
Non ce l'ha fatta Renata Polverini. Nel Lazioè finita 2 a 0: i derby del centrodestra li ha vinti il Pdl. Una doppia sconfitta, a Sora e Terracina, che sancisce pure il naufragio del neonato asse tra la governatrice e Gianni Alemanno. All'origine della guerra fratricida scatenata dall'ortodossia berlusconiana.
Ma la presidente non ci sta a giocare il ruolo della sconfitta: «Dove c'è stata contrapposizione interna, il centrodestra vince comunque, chi ha perso è la sinistra che è scomparsa», spiega a urne ancora calde. La sua lista, Città Nuove, è stata staccata rispettivamente di 4 e 6 punti, tuttavia «sono soddisfatta», dice. Il nostro contributo è stato determinante per la tenuta della coalizione nel Lazio».
A bruciare di più, il risultato di Terracina, dove Nicola Procaccini, ex portavoce del ministro Meloni, è passato con il 52,8% dei voti contro Giancarlo Sciscione, candidato della Polverini sostenuto dal sindaco di Roma. Un endorcement che, ufficializzato dopo il primo turno, ha scatenato l'ira funesta di una parte del partito. Ora esultante. A partire da Fabio Rampelli, capocorrente del nuovo sindaco di Terracina («ll derby, che ha mortificato gli elettori, è stato vinto dagli stessi che un anno fa hanno fatto trionfare la Polverini») e dal ministro Meloni, che bacchetta la governatrice parlando di «eccessi e personalismi». Mette il dito nella piaga l'ex rivale Emma Bonino, notando come i derby fratricidi si siano giocati proprio nelle zone (Frosinone e Latina) determinanti per la sua elezione.
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