
17/11/10
Terra
Qualcuno potrebbe chiamarle guerre mediatiche, o parafrasando il celebre film di George Lucas, anche Social Network Wars. Se la politica si sposta sul web infatti, alla ricerca di nuovi palcoscenici dove poter comunicare, anche questo nuovo spazio non può essere esente da polemiche. Quello che probabilmente un giorno non lontano sarà un case history per studenti di scienze delle comunicazioni e di marketing politico-elettorale, s’è appena consumato alla Regione Lazio, con una bordata partita direttamente dalla scrivania della presidente Renata Polverini: chiudere subito facebook e tutte quelle applicazioni non attinenti al lavoro. Questo il succo delle due circolari emesse dal segretario generale con lo scopo di oscurare i social network sui pc dei circa 3mila dipendenti della Regione Lazio. Tutto parte dalle rilevazioni effettuate dalla società regionale che si occupa dei sistemi informatici, che avrebbe registrato come la maggior parte delle connessioni giornaliere della Regione sia dirette sui social media (fb, msn, youtube). Basta dunque. Perché tutti questi strumenti (o new media), nulla hanno a che vedere col lavoro (dice Renata Polverini). Non appena entrata in vigore la circolare, con i computer che cominciavano a fornire messaggi negativi alle richieste di connessione, i gruppi consiliari di Verdi e Radicali hanno inscenato una protesta. «Ci avete tolto gli strumenti di lavoro. Noi non siamo semplici dipendenti, ma personale politico, abbiamo bisogno di quegli strumenti per comunicare con i cittadini» il leitmotiv che ha segnato un flash mob dinanzi la sede del Consiglio regionale di via della Pisana; ripreso e finito su fb e youtube, in un cortocircuito senza fine. Il capogruppo dei Verdi, Angelo Bonelli (5mila amici più una pagina fan), parla di «censura cinese» e «attacco alla democrazia e all’informazione», visto che oltre ai social network, sono spariti - pare per un errore tecnico - anche i contenuti multimediali di molti siti di news online, tra i quali repubblica e corriere. Mario Brozzi (poco meno di 2mila amici su fb), capogruppo della Lista Polverini invece non vede «quale sia l’utilità, se non afferente alla vita strettamente personale, di dover accedere alla rete virtuale mentre si è nelle vesti pubbliche». Una battaglia che avrà un seguito, vista la comunicazione che il segretario generale del Consiglio, Nazareno Cecineli, avrebbe inviato ai gruppi consiliari, segnalando che la possibilità di accedere ai social network sarà data solo a 2 collaboratori per ciascun consigliere. Intanto, mentre si combatte la battaglia per chiudere, o quantomeno limitare l’uso di facebook, cresce proprio sul social network più famoso del mondo, di 87 fan al giorno il gruppo di Renata Polverini, che con più di 12mila fan, nella speciale classifica degli italiani su fb (a cura di baroncelli.eu) si posiziona subito sotto Giuliano Pisapia e un gradino sopra il ministro Meloni. Questo senza contare i 5mila amici del suo profilo personale, gli altri 5mila del gruppo ‘Polverini Presidente Regione Lazio’, ma anche i 23.500 di ‘La Polverini non è il mio presidente’ o i poco più di 2mila di “Questa caciotta avrà più fan di Renata Polverini”. Come dire, chi di facebook colpisce...
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