
01/09/10
Corriere della Sera - ed. Roma
«La campagna elettorale della Bonino non è stata una campagna corretta: nessuno del Pdl ha parlato male della Bonino o di Marrazzo, la Bonino, invece, è scesa su questioni squallide toccando il piano personale. Io non l'ho più incontrata e quando ci siamo incontrate non mi ha salutato. Da qui si capisce che le donne non sanno competere». Se il presidente Renata Polverini attacca, Emma Bonino, l'ex rivale della campagna elettorale per il Lazio, si limita a dirsi «sorpresa, incredula, non so a cosa si riferisca. Di quanto ho detto in campagna elettorale ci sono le registrazioni, ma anche riascoltando tutto non credo proprio si trovi qualcosa di squallido, la campagna elettorale tra noi due è stata dura ma civile sul piano personale, mi era sembrata diversa dalle altre, migliore. E poi non è vero neanche che non l'ho salutata: l'ho intravista al Quirinale, eravamo sedute distanti, è l'unico episodio che mi viene in mente, ma non capisco certo i comportamenti dei quali mi si accusa non appartengono né alla scuola Radicale né a quella mia personale...».
Soprattutto, però, è quell'ultima frase della Polverini - «da qui si capisce che le donne non sanno competere» - a dar fastidio a Emma Bonino. E sul ruolo della donna - in politica, nella società che tra le due deflagra la polemica. Renata Polverini partecipa ad un working group dalle parti di Trento, dal titolo: «Voglio una donna, che genere di leader?». E dice: ««Ho fatto molta fatica a far competere e crescere donne in sindacato e il welfare, gli asili non sono fattori di crescita e di leadership femminile perché se hai le potenzialità puoi anche organizzarti. C'è bisogno, ovviamente di un sistema integrato. Ma molto spesso ci sono donne trascinate nel mondo del lavoro ma non realizzate».
La differenza con il pensiero di Emma Bonino, appare netta: «Il ruolo delle donne - dice Bonino - non cresce in politica così come non cresce nella società, basta vedere quanti direttore di banca sono donne, quante sono diventate rettore di università. La situazione italiana è patetica se confrontata con qualsiasi criterio europeo. Per lo Stato italiano, insomma, visti i servizi offerti, è meglio se la donna stia a casa ...».
Sugli asili nido, Polverini spiega: «I servizi servono per agevolare l'ingresso della donna nel mondo del lavoro, poi la crescita personale è un'altra cosa. Oggi da presidente ho bene in mente quale è il ruolo delle istituzioni, ovvero quello di agevolare la diffusione di servizi per tutti i cittadini e per le famiglie». Replica Bonino: «C'è una parte politica in Italia che parla tanto di politica della famiglia ma poi, in fatto dì servizi, non fa niente». In fatto di leadership, la differenza con gli uomini, secondo Polverini, è una: «Le donne hanno la consapevolezza che non è per sempre, che si può e si deve dare il massimo ma che ad un certo punto finisce. Gli uomini invece fino alla morte, non mollano mai, li devi proprio strappare, ci deve essere un cataclisma, una sciagura». Chissà se, almeno su questo, le due sono d'accordo.
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