
Caro Colombo, ma non ne ha abbastanza di questo Pannella che un momento è qui, un momento è là, e ti fa la predica come se avesse visto e capito, solo lui, tutto in anticipo?
Sibilla

Devo essere sincero la mia opinione è opposta. Pannella non è cambiato mai. Che lo si apprezzi o no, è difficile dire di Pannella ciò che si può dire di tanti politici sopravvissuti: "Come sono cambiati! Non si riconoscono più". Magari è un elogio. Ma descrive tutti coloro che, tra una Repubblica e l'altra, sono rimasti attivi. Ciò che segna la vita di Pannella è l'opposto. Il leader Radicale degli anni Ottanta assomiglia in modo straordinario al Pannella degli esordi negli anni Sessanta. E poi nel 2000 e poi adesso. Lo conferma il libro-biografia di Valter Vecellio "Cronache di un irregolare", utilissimo testo di storia italiana contemporanea. La parola "irregolare" introduce un piacevole elemento di scapigliatura artistica nel discorso politico. Ma Pannella potrebbe legittimamente dire a Cicchitto e a Sposetti, Rotondi, a Lucara: “irregolare sarà lei”.
Pannella era ed è rimasto lì, accanto alla sua passione liberale e liberista che lo ha sempre animato, e con cui lui ha animato la scena, spesso bloccata, della vita politica italiana. Certo, intorno a lui sono cadute colonne e cornicioni del tempio. Ma la solidità coerente di Pannella non è passiva. Prova ne sia che è vero, attivo, presente. Dall'Iraq alla Libia, dai carcerati a Beppino Englaro. E (strano per un anziano) dà una forte impressione di cose nuove nonostante la tenace continuità di vita pubblica che a me sembra di vedere. Non una ripetizione ma una ostinazione. Quale? Per rispondere bisogna tener conto della prodigiosa capacità di Pannella di proporre all'improvviso l'imprevisto, magari con un digiuno. Diciamo pure che è un disturbatore che non lascia pace al suo pubblico e provvede da solo ad abbattere subito il piedistallo della celebrazione. Qui si radica una certa irritazione e anche esasperate antipatie. Infatti la "cosa nuova" che lui proporrà stasera o domani viene da un suo enorme deposito di idee, proposte, militanze, campagne, digiuni, dimostrazioni, proteste, galere. Un po` come il cinema di Fellini, che era sempre nuovo ma sempre Fellini e non cercava (e trovava) sempre lo stesso pubblico. Prendete me. lo sostengo tutto l'incredibile impegno Radicale per i diritti umani nel mondo, dalla sopravvivenza di popoli perseguitati al diritto di morire con dignità, da Englaro alle carceri, dagli immigrati ai gay, e alle coppie di fatto. E non trovo mai, in nessun altro ambito pubblico o politico una coerenza così ostinata, una ossessione così tenace, mai, incluse le chiese e i partiti. Sulla giustizia, invece, non capisco l'impulso di lavorare alla riforma, subito, ora, con la gente in fida e palesemente inadatta di Berlusconi.
Sull'economia e i sindacati condivido il fine (più respiro, più libertà) ma non i mezzi. Resto dalla parte dei sindacati perché ho visto in America le conseguenze di quel liberismo: l'incidente sul lavoro senza assicurazione che portò diritto al licenziamento (cosa te ne fai di uno storpio?) e l'ospedale che c'è solo a costi impossibili (anche per gli operai della Chrysler). Però quando l'uomo ragno dei Radicali salta in scena dopo un minuto di assenza io so due cose: che è esattamente dov'era, a cominciare dalla difesa dei carcerati e degli immigrati. Che non tenterà mai di sedurre cambiando le carte in tavola. E allo stesso tempo continua e propone una nuova battaglia. Provoca al disaccordo. E nel farlo scioglie i muscoli della politica e del vivere democratico, incontro e scontro. Compito a casa per i lettori: fare l'elenco dei nomi di prima fila della politica italiana (ovvero tutti i protagonisti dei talk-show televisivi) che abbiano le stesse caratteristiche: chiarezza, brutalità, coerenza e un amore smodato per le cause impopolari. E tornate a chiedervi chi sono gli “irregolari". Vecellio ha scritto un bel libro ma forse dovrebbe cambiare il titolo.
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