
Una delegazione di parlamentari di diversi gruppi politici ha manifestato ieri pomeriggio davanti l'ambasciata di Siria a Roma: i senatori e i deputati presenti portavano una fascia nera al braccio e hanno osservato un minuto di silenzio per commemorare le ottomila vittime civili a un anno dall'inizio delle rivolte in Siria. La manifestazione, su iniziativa di Fiamma Nirenstein, vice presidente della Commissione Esteri della Camera, ha raccolto oltre sessanta adesioni. A piazza San Marco, a Roma, insieme con la Nirenstein c'erano, tra gli altri, Beatrice Lorenzin, Margherita Boniver, Lella Golfo, Giovanna Melandri, Olga D'Antona, Rita Bernardini, Paola Binetti, Giorgio Stracquadanio, Massimo Poliedri, Enzo Raisi, Maurizio Turco, Sandro Gozi, Gianni Vernetti, Guido Bollino, Giuliano Cazzola, Ennio Pianetta, Luigi Compagna, Domenico Di Virgilio, Giancarlo Di Vizia.
Una delegazione dei parlamentari ha consegnato all'ambasciata siriana una lettera di protesta per quanto sta avvenendo nel Paese mediorientale da mesi a questa parte.
«Noi parlamentari sentiamo il dovere di rappresentare il disgusto e la protesta del popolo italiano, ha detto la parlamentare del Pdl che ha organizzato ila protesta - ed è per questo che l'odierna particolare manifestazione può aiutare a risvegliare le coscienze italiane ed europee».
La vice presidente della commissione Esteri della Camera ha anche annunciato l'indizione di una grande manifestazione a Roma per denunciare i crimini commessi: in Siria e fermare la strage quotidiana che si verifica da mesi nel Paese governato al Assad. La parlamentare del Pdl ha duramente criticato le organizzazioni internazionali, e in particolare le Nazioni Unite, per la debolezza dimostrata in questa particolare circostanza, e ha chiesto la cessazione immediata delle ostilità e la conseguente apertura di un corridoio umanitario per portare beni di prima necessità alle popolazioni prostrate da mesi di una feroce guerra intestina. Sono a oggi oltre sedicimila i cittadini siriani che hanno lasciato il loro Paese e si sono rifugiati in Turchia. Lo ha reso noto la direzione del primo ministro turco per l'Emergenza e i Disastro. La Turchia ha creato campi di rifugiati nelle province meridionali, tra cui Hatay, Gaziantep e Kilis, per fornire assistenza ai siriani. I turchi stanno offrendo riparo, cibo, cure mediche, servizi religiosi, educazione, sicurezza e servizi di comunicazione e traduzioni ai rifugiati, oltre che a organizzare attività sociali.
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