
20/10/10
Il manifesto
La zarina era tornata a sorridere, a mostrare ottimismo, a tirar fuori le unghie: «In caso di nuove elezioni sono pronta a ricandidarmi». Il riconteggio la dava in testa. «Ce l'abbiamo fatta», sussurravano nello staff di Mercedes Bresso. E l'udienza del Consiglio di Stato sembrava un ostacolo superabile. I legali speravano in un rinvio.
Invece, no. I supremi magistrati amministrativi, riuniti in camera di consiglio per meno di tre ore, ieri sera hanno accolto il ricorso del governatore del Piemonte, Roberto Cota, fermando così lo spoglio delle 15mila schede contestate (attribuite alle liste «Al centro con Scanderebech» e «Consumatori», annullate dal Tar perché illegittime). In particolare, la V sezione ha sottolineato nel dispositivo che «è emersa la fondatezza dell'appello» di Cota e «l'infondatezza» degli appelli di Bresso e degli altri. E «ha accolto l'istanza cautelare e sospeso integralmente l'efficacia della sentenza impugnata».
Il primo a gridar vittoria è stato l'avvocato Luca Procacci, fedelissimo di Cota: «Il giudizio non potrà in alcun modo essere cambiato». La decisione ha carattere sospensivo, ma resta ancora da discutere il merito della questione. Le parti potranno ricorrere in Cassazione. La notizia è stata accolta a Montecitorio dagli applausi del centrodestra, dal coro «Cota-Cota», con qualche sventolio di fazzoletti verdi.
Il raggiante Cota, dopo il nervosismo degli ultimi giorni («è una schifezza, un attentato alla democrazia da parte della sinistra che cerca il potere per vie non democratiche» aveva detto al Giornale) ha voluto subito abbracciare telefonicamente il gran capo Bossi, che non avrebbe esitato a chiamare la piazza in caso di ritorno alle elezioni. «Ero sicuro delle mie ragioni - ha aggiunto - e non avevo dubbi sul risultato. Adesso lasciamoci alle spalle questa brutta pagina e rimbocchiamoci ancora di più le maniche per rilanciare il Piemonte». Nella coalizione la sentenza fa incetta di elogi. «Giustizia è fatta. Esiste ancora un giudice a Berlino», dice Roberto Castelli. «Hanno vinto i piemontesi», esulta Enzo Ghigo (Pdl). Si scomoda anche Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi: «La sospensione del riconteggio dei voti in Piemonte ci riempie di gioia per il governatore, che ha meritatamente vinto le elezioni, e per i piemontesi».
Incredula e amareggiata l'ex presidente. Non se l'aspettava. «Se la decisione vuol dire che tutte e due le liste sono valide, sono stupita. Se vuole dire che il riconteggio non ha senso è una ipotesi come le altre che può essere legittima.
In ogni caso ha spiegato, parlando a margine delle celebrazioni per gli 80 anni di Marco Pannella, promosse dal Centro Pannunzio - aspettiamo di leggere la sentenza». Poi ha aggiunto: «Le sentenze si rispettano, ma considerando le palesi irregolarità nella presentazione di diverse liste del centrodestra, l'amarezza resta». Bocche cucite nel Pd, il partito della Bresso, con cui l'ex presidente non vive da tempo un felice idillio.
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