
OTTOCENTOVENTIQUATTRO porte. I ragazzi del servizio civile in forza a Palazzo civico le hanno bussate una ad una. Casa per casa si sono presentati e hanno consegnato di persona, magari con un sorriso, la convocazione del sindaco Piero Fassino scritta in sei lingue, italiano, inglese, francese, spagnolo, romeno e arabo alle famiglie dei nuovi torinesi, che oggi pomeriggio riceveranno la «cittadinanza civica». E alla porta, in taluni casi, hanno trovato ancora appesi i fiocchi dei nati negli ultimi sei mesi in città, di tanti colori quante sono le nazioni presenti a Torino. Marocchini e romeni, i più numerosi, ma non solo: a loro oggi sarà consegnato l’attestato simbolico dalle mani del primo cittadino e del ministro dell’Integrazione, Cècile Kyenge. Il riconoscimento non ha valore legale, ma è un anticipo simbolico di quella cittadinanza italiana valida a tutti gli effetti che molti agognano.
La cerimonia avverrà alla Tesoriera, una delle «case comunali» dove di solito si celebrano i matrimoni. L’appuntamento è alle 17.30. I bambini stranieri “cittadini civici” non solo riceveranno un attestato, ma saranno iscritti in un nuovo albo d’onore, accanto a quelli dei cittadini onorari e di coloro ai quali è stato consegnato il sigillo civico. Il significato dell’iniziativa: riconoscere il diritto alla cittadinanza di questi bambini nati in Italia, auspicando una legge nazionale sullo ius soli.
Ma con la festa andrà in scena anche la protesta, quella di Fratelli d’Italia i cui rappresentanti si schiereranno davanti alla Tesoriera contro il ministro Kyenge e la sua proposta di ius soli. La manifestazione si terrà nonostante la questura abbia negato il permesso per ragioni di ordine pubblico. «Non abbiamo nessuna intenzione di turbare i bambini — precisa il capogruppo in Comune, Maurizio Marrone — Protesteremo imbavagliati con il tricolore, contro chi vuole reprimere il dissenso e contro questa vetrina propagandistica. Le centinaia di famiglie invitate saranno solo prese in giro da un centrosinistra in crisi di identità».
I manifestanti si raccoglieranno dietro allo striscione: «Italiani per amore, mai per caso». L’assessore regionale dello stesso partito di Marrone, Agostino Ghiglia scrive via sms: «Visto che ci viene negato il diritto di manifestare, diritto che non viene negato agli antagonisti in Val di Susa, chiediamo che il ministro Kyenge riceva col sindaco Fassino una nostra delegazione
al fine di poter consegnargli la Costituzione». L’organizzazione di ultradestra Casa Pound distribuirà invece ai passanti attestati di cittadinanza simbolica.
«Non vedo alcun motivo — dice Silvio Viale, radicale del Pd e promotore della cittadinanza civica — per vietare la manifestazione dei Fratelli d’Italia alla quale, mi sembra di capire, sia atteso anche Borghezio. Ma su una cosa sono d’accordo con Marrone, che si giunga presto a una proposta di legge, perché lo Ius Soli non diventi l’ennesimo tabù su cui discutere all’infinito».
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