
L'Italia paga a caro prezzo il costo di stare in un euro dal futuro tremendamente incerto. Indubbiamente siamo penalizzati anche dalla confusione del nostro quadro politico e dalla sua scarsa affidabilità. Occorrerebbe un forte ricambio della classe che ci governa.
I l livello medio di competenza e serietà della classe che ci governa dovrebbe avvicinarsi a quello dei tecnici e non viceversa. In più sarebbe opportuno un netto ridimensionamento dei costi della politica stessa.
Ma ciò non spiega tutto, bensì solo una minima parte, del problema finanziario che l'Italia sta vivendo in questo momento. Infatti, anche in altri Paesi che godono di un'aura di serietà ben superiore alla nostra vi sono dei politici "spendaccioni": altrimenti non si capirebbe come mai il debito pubblico americano sia salito dal 66% del 2006 al 111% del 2013, cioè quasi al livello dell'Italia ma con in più un debito delle famiglie che in America è circa due volte superiore a quello del nostro Paese.
La realtà è che la moneta unica si è trasformata, soprattutto per noi italiani, in una sorta di vergine di Norimberga, in altre parole in uno strumento di tortura. Sapere che l'euro, che questo euro, è "irreversibile" non consola affatto. Perché la moneta unica di oggi non è più quel nobile progetto in cui gli europeisti italiani hanno sempre creduto, ma una miserabile versione dello stesso, completamente snaturata dalla miope ed egoistica strategia politico-finanziaria della Germania.
L'euro si è rivelato in questa crisi un disegno molto debole, che non prevede una reale capacità di mutuo soccorso tra i Paesi in caso di necessità. In più, le rigidità politiche del nord dell'Europa e le incertezze alimentate in continuazione dalle dichiarazioni o dalle contro-dichiarazioni di quel leader o di quel ministro, che regolarmente tolgono forza alle decisioni annunciate solennemente nei summit, confondono i mercati.
Questo insieme di fattori negativi sta determinando gravi conseguenze sulla stabilità del nostro debito sovrano, che soffre purtroppo di una pessima fama a livello internazionale, anche se si tratta di una fama ormai ingiusta, visto che i debiti ormai li hanno tutti. Il lettore non rimanga stupito da questa affermazione, magari confrontandola con i titoli delle prime pagine di questi giorni che parlano di debito pubblico italiano a livelli record. Infatti, non solo il nostro ma tutti i debiti pubblici sono a livelli record, compreso quello tedesco. Tuttavia, il nostro debito pubblico è quello cresciuto di meno negli ultimi anni. Inoltre, abbiamo oggi un bilancio sia primario sia strutturale dello Stato migliore persino di quello della Germania.
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