
Non è una semplice predica. I vescovi questa volta hanno fatto cadere giù dall'alto uno di quei tuoni che è impossibile ignorare. Erano anni che non accadeva. Quando c'era la vecchia Dc, il partito unico dei cattolici, erano sussurri. La Chiesa non aveva bisogno di far rumore. La politica e la fede restavano in famiglia. Qualche volta magari c'era bisogno di qualche viaggio in sagrestia. Ma l'orizzonte era chiaro. La Democrazia Cristiana era il partito dei cattolici. Basta. Poi ognuno interpretava il ruolo a modo suo. Montanelli raccontava che De Gasperi andava in chiesa per pregare, Andreotti per parlare con i preti. Quelli che portano i voti.
Poi c'è stata la diaspora. I cattolici non avevano più un partito unico. La balena bianca veniva divisa in tranci sempre più piccoli, qualcuno andava a destra, altri come la Bindi a sinistra. Il Papa e ivescovi continuavano a fare il loro mestiere: indicare ai cristiani la strada che porta a Dio. La scelta di difendere la vita e i «valori non negoziabili» è il nucleo della loro missione.
Lo hanno fatto ogni volta che si parla di aborto, pillole abortive, fecondazione, donazione, eutanasia, famiglia, matrimonio, relativismo, scienza e fede. È una storia che dura da millenni. Quello che ora bisogna capire è perché il capo dei vescovi italiani questa volta, alla vigilia di elezioni regionali già turbolente, si è di fatto schierato con Berlusconi. La domanda quindi è: che c'è di nuovo?
Il Pdl non è la nuova Dc. Non è il partito unico dei cattolici. Questo non è un battesimo. La scelta di campo della Cei assomiglia molto di più a una mossa difensiva. La Chiesa sta tutelando i suoi valori. In ballo, insomma, c'è molto di più di un governatore. Uno poi può non condividere la visione del mondo, i dogmi, la religione, e tutto il resto. Quello che però sta accadendo è questo. E' la mossa della Chiesa per restare in questo mondo. E non è una questione da poco. Non è una battaglia solo italiana. I vescovi spagnoli stanno lottando contro il modello Zapatero a viso aperto.
La chiave è tutta qui. Emma Bonino nel cuore di Roma fa lo stesso effetto di Zapatero. Dopo la cattolicissima Spagna la Chiesa rischia di perdere anche la città eterna. Visto con gli occhi d'Oltretevere tutto questo fa senza dubbio paura. La Bonino per loro significa aborto. La Bresso in Piemonte è una sigla: Ru486. È due parole che agli occhi dei vescovi significano morte. E la pillola abortiva. Burlando in Liguria è l'uomo che non ha firmato il protocollo in difesa della famiglia. Tre regioni in bilico, dove tutto è ancora incerto. La Chiesa ha scelto di votare per se stessa.
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