
A conti fatti, il "no" alla richiesta di arresto per il sottosegretario Nicola Cosentino passa in Aula alla Camera con 51 voti in più rispetto al numeri di deputati della maggioranza (Pdl più Lega) presenti a Montecitorio. Un elemento che il centrodestra commenta con grande favore. al termine del pronunciamento. Ma sono anche 11 i deputati che votano sì in più rispetto alla somma dei parlamentari di Pd e Idv presenti. Insomma, nella votazione in Aula a Montecitorio entrambi i fronti si dimostrano compatti. Dei 329 componenti dei gruppi di Pdl e Carroccio i presenti sono in totale 309. Il "si" al parere contrario all`arresto della giunta per le autorizzazioni passa, però, con 360 voti a favore, 51 in più della maggioranza presente. Il voto è a scrutinio segreto, ma è ipotizzabile che quei 51 siano i 25 presenti del gruppo misto (di cui, fa parte l`Api di Francesco Rutelli che in dichiarazione di voto ha detto che avrebbe votato con la maggioranza) così come l`Mpa; i 5 radicali presenti (Marco Beltrandi non c`era) che hanno dichiarato che avrebbero detto no all`arresto e una buona fetta dell`Udc (presumibilmente una ventina di deputati) che non aveva dato un`indicazione di voto. Dall`altro lato anche nel centro-sinistra non ci sono state particolari defaillances. Ai 195 esponenti del Pd presenti (200 meno i cinque dei radicali che hanno votato con la maggioranza) vanno infatti aggiunti 21 dell`Italia dei valori per un totale di 216 deputati. Ma i "no" sono stati in totale 226, dieci in più del previsto. «Non ho mai avuto il minimo dubbio rispetto al voto espresso a Montecitorio sul cosiddetto caso Cosentino», dichiara Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl e membro della commissione Antimafia. «Non potevano reggere le conclusioni di un`ordinanza di custodia cautelare - sottolinea - costruita con superficialità, se non addirittura sull`azzardo di un postulato che tende a demolire i criteri che la legge pone a base di un provvedimento che toglie la libertà ad un cittadino». Per il parlamentare, a questo punto, il ministro della Giustizia Alfano non può «più rinviare la decisione rispetto a ciò che da troppo tempo accade nella magistratura partenopea e, quindi, inviare celermente un`ispezione ministeriale nella medesima sede giudiziaria». «Il governo Prodi è caduto per le dimissioni di Clemente Mastella in seguito a un avviso di garanzia. Voterò contro la richiesta di arresto per Cosentino», aveva dichiarato il segretario del Pri Francesco Nucara, che ha ricordato come i giudici del caso Mastella riconoscano «l`assoluta infondatezza di quella notizia di reato», per la quale però «un governo è andato a casa». E, mentre il Pd sottolinea di non avere nulla a che fare con quei voti contrari all`arresto, il deputato del Mpa, Elio Belcastro, componente della giunta per le autorizzazioni della Camera, di chiara che «si è portata avanti soltanto una lunga quanto inutile incubazione, a conferma della necessità di riprendere un equilibrio più stabile nei rapporti tra magistratura e politica, così come l`intera vicenda ripropone la preoccupazione sull`utilizzo e sull`affidabilità dei pentiti». E osserva che «i1 concorso esterno in associazione mafiosa è un reato spesso utilizzato da alcuni magistrati, ma non è contemplato nel nostro Codice penale».
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