
26/10/10
Libero
Che le vele della Lega siano gonfie di voti come non mai, è un dato di fatto, così come lo è l'afflosciamento del PdL e del Pd. Non importa da che parte tiri il vento della politica, o se il porto delle elezioni anticipate sia vicino o lontano, il Carroccio continua a crescere mentre gli altri calano. Secondo il sondaggio realizzato dalla Emg per il tg de La7 di Enrico Mentana, diffuso nell'edizione delle 20 di ieri sera, la Lega - le intenzioni di voto sono state rilevate fra il 19 e il 21 di ottobre - è all'11,8%, facendo registrare un balzo di 4 punti rispetto al 2008. Il PdL, invece, passa dal 37,4% dell'ultima tornata elettorale al 28,9% di questi giorni. Anche il Pd si "ritira" dal 33,2% al 26,4%, mentre Futuro e Libertà viene dato al 6%, confermando il peso strategico dei finiani.
VINCE L'ASTENSIONE Ma il vero vincitore di questo sondaggio commissionato da Mentana è il partito dell'astensione, ormai saldamente attestato attorno al 26%. Una cifra che, dato che la rilevazione è stata effettuata sulle intenzioni di voto alla Camera, nel caso di elezioni anticipate, rischia di far saltare tutti gli equilibri politici. Perché alla fetta di coloro che non andranno alle urne bisogna sommare la quota degli indecisi, il 18% secondo l'istituto di ricerca Emg contattato da Mentana.
Una porzione di elettorato e che fa salire al 44% il dato di coloro che non sanno chi votare e che sono fortemente insoddisfatti da quanto sta avvenendo sotto il cielo della politica italiana. Un partito vero e proprio, certificato anche da altri sondaggi pubblicati nei giorni scorsi e che ormai viene dato per consolidato. Ragione per la quale gli analisti vanno cercando gli elementi necessari per stabilire chi è che perde realmente. A spanne l'erosione riguarda essenzialmente il centrosinistra, visto che la flessione del PdL viene compensata dall'apparizione sulla scena di Futuro e Libertà. Un gioco delle tre carte che, però, necessità della prova delle urne. Che potrebbero non essere così lontane, viste le tensioni che si registrano quotidianamente all'interno della maggioranza.
PICCOLI IN FRENATA Nel valzer delle percentuali offerto ai telespettatori del tg de La7 da Mentana spiccano le brusche frenate dell'Italia dei Valori di Antonio di Pietro che si ferma al 5,8%, mentre l'Udc di Pier Ferdinando Casini arriva al 6,1%. Certo, entrambi i partiti sono in crescita rispetto alle elezioni del 2008, ma si tratta di uno "sviluppo" lento, di spostamenti minimi rispetto ai grandi proclami dei due leader, convinti di avere il vento in poppa. Vento che, in realtà, premia i finiani a destra, rendendoli l'ago della bilancia - senza di loro PdL, Lega e La Destra insieme avrebbero solo il 42%, con Fli il 48% mentre il dato dell'Idv non è strategico. Senza i dipietristi il grande conglomerato di sinistra si attesterebbe attorno al 40%. Infine il fantomatico terzo Polo (Fu, Udc e Api di Rutelli), si fermerebbe al 12,9%. Un po' poco per essere considerato la terza gamba della politica.
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