
Siamo certi che, se c’è qualcuno che avrà un qualche problema ad adattarsi alla nuova situazione sotto la Mole, costoro siano redattori ed editorialisti della testata "La Stampa". Tra Barbara Spinelli e Riccardo Barenghi, su quel giornale in questi anni hanno fatto del loro meglio per colpire Berlusconi e scongiurare la minaccia leghista. Le qualità intellettuali della direzione del quotidiano torinese sono comunque in grado di offrire analisi serie, indipendentemente dai loro sentimenti. Per questo una penna esperta come Luigi La Spina ha scritto subito che "le giustificazioni, come l’ addebito alla lista di Grillo per la sconfitta della Bresso in Piemonte e le eccezioni, come la vittoria a Venezia di Giorgio Orsoni contro il ministro Brunetta, non possono mascherare la constatazione che il progetto politico del Partito democratico è
finito in un vicolo cieco". La Spina nel dolore vede bene: "Non si può pretendere di offrire agli italiani una proposta di vera alternativa nazionale di governo, se non si riesce a convincere almeno una parte delle grandi regioni del Nord". Senza contare che nel centro è andata pure male" se si subisce la candidatura della radicale Bonino e non si riesce a vincere; e altrettanto nel Sud, se, in Puglia, a vincere è Vendola. La Spina in fondo è ancora generoso quando definisce "acrobazia dialettica" vantare i successi in Liguria e in Basilicata, con i tradizionali feudi del centro Italia, "per non ammettere la sconfitta". Altrettanto esplicito Marcello Sorgi sulla storia di Grillo: chi lo dimostra che tolga “voti solo alla sinistra scrive Sorgi - e non anche alla destra"? E, anche se lo si dimostra, c’è pur sempre da chiedersi "come mai un pericolo così grande per lo schieramento democratico sia stato, non solo sottovalutato, ma ignorato". I dirigenti del Pd sono talmente indaffarati nelle loro beghe - non poche, a dire la verità - che manco si erano accorti della proliferazione di liste Grillo. Questi i toni della "Stampa", dove si è deciso di non fare sconti a Bersani per quanto possa essere considerata "persona perbene e simpatica". Non va meglio sul fronte "Repubblica" dove il direttore Ezio Mauro -firma de "La Stampa" a suo tempo - infierisce: "Il Paese è contendibile, ma questo Pd non è oggi in grado di contenderlo", State a vedere che "Repubblica" e "Stampa" si unificano sotto una sola direzione. Quella di Augusto Minzolini, che sul Pd ci ha preso da subito.
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