
24/11/09
Libero
Tanto valeva stare fuori dal Pse, pardòn Asde, dicono gli ex Dl. Piuttosto, replicano gli ex Ds, bisognava entrare nel Pse, senza insistere per cambiare il nome. In un caso e nell`altro nel Pd tira una brutta aria nei confronti dei socialisti europei e del gruppo europeo da poco creato, l`Asde. Tanto più dopo la bocciatura della candidatura di Massimo D`Alema a Mr Pesc, nella quale pare abbiano giocato un ruolo non da poco i socialisti europei. Martin Schulz, capogruppo dell`Asde, in un`intervista a Repubblica, lo ha smentito, dando la colpa al governo italiano. «Non ha mai ufficialmente proposto il nome di D`Alema, è un fatto». Ma a contraddirlo è Emma Bonino: «La candidatura di Massimo D`Alema a Mr. Pesc è stata affossata dal Pse, inutile che Schulz dica che non è così». La dirigente radicale ha spiegato che monte della mancata nomina di D`Alema ci sono «due decisioni» prese dai governi. La prima è di affidare le poltrone di presidente e ministro degli Esteri Ue a «personalità non dirompenti». La seconda è che la lottizzazione tra Ppe e Pse: al primo doveva andare il presidente, al secondo Mr.Pesc, «secondo uno schema spartitorio che funziona da sempre nel Parlamento europeo». D`Alema a parte, le polemiche, nel Pd, si spostano sulla decisione presa a giugno di aderire all`Asde, il gruppo formato con i socialisti. Il Pd, ha detto ieri Beppe Fioroni, deve «chiarire a se stesso se e quanto incide nel gruppo dell`Asde in Europa». E non è l`unico a, chiederselo. Gianluca. Susta, europarlamentare del Pd di origine ex Margherita, ha lanciato l`allarme sull`autonomia del Pd nel gruppo. E anche Enzo Bianco si interroga: «La bocciatura di D`Alema conferma tutti i nostri dubbi e le contrarietà sull`adesione del Pd al Gruppo Socialista europeo». Oggi, alla, direzione nazionale del Pd, si tornerà a parlarne.
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