
Pressing di partiti e sindacati a sostegno della salvaguardia dell'occupazione all'Ilva di Taranto, affinchè venga scongiurato il rischio della chiusura degli impianti. Il sequestro disposto dalla magistratura ricompatta il fronte politico che con l'eccezione di verdi e Radicali insieme a Cgil, Cisl e Uil lancia l'allarme sulle conseguenze sociali ed economiche del provvedimento: «Sono molto preoccupato ha detto il leader del Pd, Pierluigi Bersani. I gruppi parlamentari del Partito democratico hanno chiesto al governo di riferire alle Camere. Ma é decisivo che nel contesto delle iniziative della magistratura sia possibile mantenere l'attività produttiva e l'occupazione del più grande stabilimento siderurgico d'Europa». Per Il segretario del Pd è inaccettabile che «un insediamento così importante per l'industria italiana, per l'economia della Puglia e per la vita di 20mila famiglie alle quali va tutta la mia solidarietà, non possa essere preservato nel pieno rispetto delle compatibilità ambientali». Dal Pdl, gli fa eco il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, che dal palco del congresso delle cooperative dell'Unci domanda: «La Cina fa concorrenza sleale a tutto il mondo e inquina il pianeta distruggendo il lavoro in Occidente. In Italia si sequestra l'Ilva di Taranto. Come si può andare avanti cosi?». Cgil, Cisl e Uil, in un comunicato unitario firmato dai leader Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti sottolineano la «drammatica situazione occupazionale dell'Ilva di Taranto» che «rischia di compromettere anche gli altri siti di Genova e Novi Ligure», sono «a fianco di tutti i lavoratori coinvolti» annunciando che oggi nelle assemblee dei sindacati di categoria «saranno attivate tutte le iniziative utili al sostegno della vertenza» per «difendere il lavoro». I sindacati incalzano la proprietà di Ilva affinchè «investa risorse adeguate per la messa a norma degli impianti», per «superare con azioni concrete il provvedimento della magistratura», dando «forza al ricorso in Tribunale del riesame del provvedimento, che auspichiamo venga fatto il più presto possibile». Per i sindacati è una vertenza nazionale: «La produzione di acciaio è indispensabile non solo per garantire l'occupazione a Taranto, ma anche per tutelare il sistema produttivo italiano che dovrebbe importare da Paesi terzi una materia prima indispensabile per le produzioni». In controtendenza radicali e verdi che plaudono per la decisione della magistratura invitando a «respingere il ricatto occupazionale», perchè «la salute dei cittadini è il bene prioritario da tutelare» e «il sequestro può essere occasione di riconversione».
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