
Il ddl anticorruzione passa la prova della Camera. Il testo è stato approvato con 354 sì, 25 no e 102 astenuti. Hanno Votato a favore da Pd, Pdl, Udc, Fli, Api, contro Idv e Grande Sud, astenuti Lega, Popolo e territorio e Radicali. Nel governo non tutti se la sentono di esultare troppo. Adesso il testo va al Senato per la terza lettura e tra i partiti c’è già chi parla di modifiche al disegno di legge.
Il testo approvato ieri contiene le norme sulla prevenzione, tra cui disposizioni per una maggiore trasparenza nella pubblica amministrazione e la delega al governo per la non candidabilità dei condannati in via definitiva che dovrebbe arrivare in tempo utile per le prossime elezioni politiche del 2013. Più la parte penale, di competenza del ministro della Giustizia Paola Severino, che include la contestata “nuova concussione” (induzione indebita a dare o promettere utilità) e i nuovi reati di traffico di influenze illecite e corruzione tra i privati, su cui il Pdl annuncia la ferma volontà di procedere a modifiche in Senato.
Durante le dichiarazioni di voto, Fabrizio Cicchitto non ha nascosto le intenzioni del suo partito. «Faremo di tutto per cambiare il ddl sulla nuova concussione e sulle influenze»ha annunciato in Aula il capogruppo del Pdl che, riferendosi alla responsabilità civile dei giudici, ha inviato un messaggio al guardasigilli. «Come dice il proverbio, uomo, o meglio donna, avvisata è mezzo salvata. Non porti emendamenti con la fiducia, se no voteremo contro». Anche per l’Udc c’è qualcosa da cambiare anche se Pier Ferdinando Casini si è dimostrato soddisfatto: « Condannati fuori dalle liste elettorali a partire dalla prossime elezioni. Non si poteva prendere una decisione diversa», ha commentato il leader dei centristi.
Il Pd avrebbe voluto dei «miglioramenti» ma è già «una rivoluzione»parlare in Aula «con gli stessi numeri che si avevano con il governo Berlusconi»di materie come questa. Fino a otto mesi fa, vorrei ricordare, si parlava di processo breve e di leggi ad personam», ha detto Dario Franceschini. C’è la netta sensazione che qualcosa al Senato, alla fine cambierà. Anche il ministro Severino ha aperto a nuove modifiche. «Apprezzo la ragionevolezza, lo spirito di chi ha votato la fiducia. Per quanto riguarda le riserve che sono state avanzate, se pretendessimo di aver fatto la migliore delle leggi saremmo presuntuosi» ha detto il guardasigilli. «Ci sono riserve da una parte e dall’altra, ogni legge è perfettibile ed anche questa, saremmo persone presuntuose se non lo pensassimo, come tutte le legge anche questa è migliorabile», ha concluso la Severino.
Alla fine dei giochi, il voto positivo di Montecitorio non è il frutto di un “sì” convinto da parte della eterogena maggioranza che sostiene l’esecutivo di Mario Monti. Ha sicuramente pesato l’ultimatum lanciato la settimana scorsa della Severino. «Se non passa la fiducia».
Il governo potrebbe anche andare a casa», aveva detto il ministro della Giustizia. Sicuramente anche il clima di emergenza attorno all’economia italiana e le conseguenti richieste di compattezza avanzate da Monti a Bersani Alfano e Casini ha agevolato l’esito positovo del voto alla Camera. Difficile pensare che i partiti, Pdl in testa, non cercheranno di cambaire il ddl in Seanto. Ma visti i tempi che corrono per adesso il governo si accontenta.
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