
Tribune politiche regionali "vietate" per Rifondazione e Pdci, Radicali Italiani e Verdi, la Destra di Storace e tutti gli altri partiti che alle Europee sono rimasti sotto la soglia del quattro per cento. Per tutti queste formazioni la par condicio nella prima fase della campagna elettorale, dalla convocazione delle elezioni alla presentazioni delle liste, è abolita.
Lo ha deciso ieri pomeriggio la commissione di Vigilanza della Rai che sta discutendo la regolamentazione dellaprossima campagna elettorale. La proposta di lasciare fuori i "piccoli" dalla prima fase della campagna elettorale televisiva è stata lanciata dal leghista Caparini e ha avuto il voto favorevole della maggioranza.
L`idea di non fare partecipare gli altri partiti alle tribune politiche si è materializzata sotto forma
di emendamento al testo preparato dal relatore Marco Beltrandi, radicale eletto nelle liste
del Pd. I Democratici avevano presentato una proposta di mediazione che prevedeva una soglia
al due percento e"salvava" la presenza di moltipartiti. Ma l`approvazione dell`emendamento
Caparini ha precluso la discussione e la votazione di questo emendamento.
Contro la proposta di Pdl e Lega hanno votato i Democratici, i centristi di Casini e l`Italia dei Valori.
Ma la maggioranza è andata avanti e ha anche cancellato ogni riferimento al criterio paritario
nelle presenze dei politici nelle trasmissioni di informazione. E questo era un punto su cui c`era
un accordo fra maggioranza e opposizione.
Il voto della Vigilanza ha naturalmente suscitato le proteste dei partiti estromessi. Il leader
verde Angelo Bonelli, giunto al quattordicesimo giorno di sciopero della fame per richiamare
l`attenzione sull`oscuramento mediatico dei temi ambientali, si è appellato al presidente della
Repubblica per fermare quello che definisce «un furto di democrazia».
Quel voto, aggiunge Paolo Ferrero, «è una palese violazione della Costituzione che fissa le
elezioni perché il popolo si possa esprimere, non per condizionare il popolo a votare chi ha già il
potere». Gennaro Migliore, responsabile comunicazione di Sinistra e Libertà, intanto si appella
ai presidenti di Camera e Senato e al presidente della Vigilanza Sergio Zavoli,. Chiede loro di «intervenire urgentemente di fronte ad una palese violazione costituzionale».
Infine Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, punta l`indice anche contro la minoranza. Con questo voto, dice Diliberto, «non si vuole che i cittadini siano informati. Si mette un bavaglio a chi potrebbe disturbare i giochini di una maggioranza e di una finta opposizione
che sono d`accordo - aldilà dei finti voti ed emendamenti presentati - con l`obiettivo di cancellare le voci fuori dal coro».
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