
Il Ddl che prevede il dimezzamento dei fondi pubblici ai partiti e introduce meccanismi di trasparenza e controllo sui bilanci, a cominciare dall’istituzione di una Commissione ad hoc nominata dai presidenti delle Camere, è legge. Ieri il via libera del Senato senza modifiche rispetto al testo licenziato dalla Camera per permettere l’immediata entrata in vigore delle nonne:187 sì,17 no (l’Idv, che già annuncia il referendum abrogativo, e i Radicali) e 22 astenuti.
Via libera, dunque, anche alla norma che prevede la destinazione alle vittime dei terremoti di 165 milioni di euro (91 dai risparmi del 2012 e 74 dal 2013). «Impegno mantenuto», dicono per una volta all’unisono i capigruppo Maurizio Gasparri (Pdl) e Anna Finocchiaro (Pd). Proprio il timore che il testo non entrasse in vigore entro i131 luglio, con il rischio di annullare la "donazione" ai terremotati, ha convinto i partiti ad accelerare. Di fronte a questa esigenza prioritana - dice il relatore Pd Stefano Ceccanti - sono passate in secondo piano le proposte migliorative. «Sul tavolo avevamo varie proposte più decise rispetto alle pari opportunità tra i generi ed anche tra le generazioni, su forme di vincolo alle caratteristiche degli statuti dei partiti, sul permanere dei rimborsi e dei contributi in un conto corrente presso la tesoreria centrale fino a che non venissero effettivamente spesi e altro ancora». Alcune di queste tematiche potranno essere recuperate nella riforma dell’articolo 49 della Costituzione ora in commissione alla Camera.
Sull’argomento ha lavorato anche Giuliano Amato, consulente del premier Mario Monti in materia, che nelle scorse settimane ha consegnato il suo dossier a Palazzo Chigi. Quanto alle riforme costituzionali e alla legge elettorale, la situazione di stallo preoccupa Giorgio Napolitano. Che continua nella sua opera di persuasione affinché in questo scorcio di legislatura si faccia almeno il minimo indispensabile.
Il Capo dello Stato nei giorni scorsi ha ascoltato con «attenzione» e «interesse» la proposta dell’ex presidente del Senato Marcello Pera (Pdl) di un’assemblea costituente da eleggere contestualmente al Parlamento nel 2013, ma ha anche escluso con determinazione l’ipotesi di una sua permanenza al Colle per la fase costituente. E ieri Napolitano ha voluto ricevere il segretario del Pdl Angelino Alfano. «Abbiamo fatto il punto sull’agenda delle riforme», ha detto Alfano. Facendo ad ogni modo capire che in queste ore sono stati fatti dei passi avanti (i contatti con Bersani e Casini sono costanti) sia sulla legge elettorale sia sulle riforme costituzionali. Dopo il braccio di ferro sul presidenzialismo in Senato, potrebbero insomma riaprirsi alla Camera i fili del dialogo sul vecchio testo ABC che prevede il taglio dei parlamentari e il superamento del bicameralismo perfetto.
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