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«Tolleranza zero» per i cori razzisti negli stadi, dice Roberto Maroni a SkyTg24, e chiede che gli arbitri intervengano per decidere la sospensione immediata delle gare nel caso in cui ci siano cori razzisti come quelli di cui è spesso oggetto il calciatore dell`Inter Mario Balotelli. Mercoledì a Verona, durante Chievo-Inter, ai cori razzisti e agli insulti di alcuni tifosi contro Balotelli, il calciatore aveva risposto con un applauso che è stato giudicato «provocatorio» e quindi multato dal giudice sportivo. Fuori dal campo, poi, davanti ai giornalisti Balotelli era sbottato: «Questo pubblico mi fa sempre più schifo». Ieri a L`Intervista di Maria Latella, il ministro dell`Interno ha difeso il giocatore nero dell`Inter e, anche se ha ammesso che «è spesso difficile distinguere tra un coro razzista e uno sfottò legato all`appartenenza ad un`altra squadra», si è detto però «convinto che non si debbano sottovalutare i cori razzisti: io sono per la tolleranza zero». Non può essere il ministero dell`Interno però, ha continuato Maroni, a muoversi in questi casi: «Su questo credo davvero che la Figc debba darsi delle regole molto rigide. Se c`è anche il minimo dubbio che un coro sia un coro razzista, secondo me l`arbitro deve immediatamente sospendere la partita e prendere i provvedimenti conseguenti». A Maroni piace il campione sportivo Balotelli: «Io sono milanista ma nutro per Balotelli una grande simpatia, è un simpatico sbruffone oltre che essere davvero un grande campione». Non piacciono invece gli annunci di Maroni ai Radicali. «Ci vuole ben altro per combattere il razzismo», ha ironizzato Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, mentre per Marco Perduca, «il ministro propone e dispone, senza mai però accompagnare con norma di legge le sue richieste ai club calcistici. Proprio come per la "tessera del tifoso", oggi ritiene di dover devolvere agli arbitri la responsabilità di stabilire se un coro sia razzista o uno sfottò e di prendere i provvedimenti, affidando all`incertezza la sua gestione dei problemi».
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