
Nuclearisti non per convinzione, ma perché costretti. Se davvero dovesse partire il piano di rilancio delle centrali atomiche in Italia, le utility locali vogliono essere della partita. Fino a ora si era fatto portavoce di una seconda cordata alternativa a Enel-Edf il solo Giuliano Zuccoli, presidente del consiglio di gestione di Ala. Ma dietro le quinte, anche gli altri manager si sono convinti della necessità di essere della partita. E il motivo lo si ritrova nelle dichiarazioni dello stesso Zuccoli: Al nucleare affidato alla sola Enel significherebbe azzerare il mercato libero. E non si risolve il problema facendo entrare altri operatori nel raggruppamento con l`Enel». In altre parole, le utility temono che l`eventuale energia prodotta dalle centrali nucleari cfonsenta ad Enel di fornire energia a prezzi più bassi, mandando fuori mercato tutti gli altri produttori che non hanno l`atomo nel mix dei combustibili delle loro centrali.
Se così fosse - sostengono gli addetti ai lavori - sarebbe come un ritorno al monopolio di fatto di Enel prima della liberalizzazione del mercato dell`energia. Da qui la battaglia portata avanti da Zuccoli fin dall`avvio degli accordi Edf-Enel e che ora ha trovato sponde anche nei vertici delle altre ex municipalizzate. Ora, c`è da capire come le utility potranno essere della partita.
Secondo Zuccoli: «Serve come minimo una cordata alternativa a quella Edf-Enel, anche
se vanno valutati elementi per ridurre il rischio e finanziatori di stazza adeguata». Le utility potrebbero stare in cordata con gli americani di Westinghouse, fornitori di tecnologia (tra ipochi al
mondo oltre ai francesi di EdfAreva e i coreani di Kepco). Ma i giochi sono solo all`inizio.
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