
A Marco Pannella, che pure deve averne trangugiati tanti, alcuni meritati, altri no, non sono andati giù gli insulti di Rosy Bindi. Che certo ha parlato a titolo personale, ma che dandogli dello «stronzo» ha interpretato alla perfezione, per una volta, l'umore del partito. Non è un mistero che radicali e democratici si detestano e che non hanno niente in comune: i primi vantano (non fanno altro) il loro glorioso passato referendario e i secondi s'offendono a morte (possono diventare violenti) se qualcuno accenna al loro passato di fan club stalinista e keynesiano. Appartengono a tribù diverse e rivali.
Di qui gli scatti di nervi: Pannella che si prende dello «stronzo» da Rosy Bindi, la troupe del Tg3 che viene accolta al grido di «comunisti di merda» dai delegati al congresso radicale. Pannella non ne può più, e così si sfoga. Si stava così bene col centrodestra, mica come adesso, con questi cafoni del partito democratico, dice ai congressisti. Silvio Berlusconi era leale, e manteneva le promesse, questi no, questi hanno con noi «un atteggiamento vigliacco». Che voglia cambiare alleanza? Medita di mollare il centrosinistra e di tornare con Berlusconi, che avrà anche i suoi difetti ma che se non altro è meglio dei «colonnelli greci», a differenza degli affossatori di referendum radicali della Corte costituzionale, che invece sono peggio della Gestapo hitleriana? E il Cavaliere, là fuori, se ne sta col fiato sospeso in attesa che Pannella e il suo partito personale prendano una decisione e che il futuro della nazione, di Mediaset, dell'euro, delle Borse mondiali venga rimodellato dagli sbalzi d'umore di «stronzi» «vigliacchi» e «comunisti di merda».
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