
24/12/10
Corriere della Sera - ed. Milano
Alleanza per l’Italia approda a Palazzo Marino con il consigliere Carlo Montalbetti, eletto nella lista civica di Bruno Ferrante e fin qui nella squadra di Milano Civica, e dà ufficialmente il via alla costituzione del terzo polo. L’annuncio è stato dato ieri dall’onorevole Bruno Tabacci, schierato con l’Api di Francesco Rutelli che da tempo lavora per costruire, anche a Milano, un’alternativa al bipolarismo «che è già fallito». Tabacci guarda avanti: «La Moratti non è imbattibile e credo ci siano possibilità per trovare soluzioni alternative». Un candidato del terzo polo? «Stiamo lavorando in questa direzione e ci arriveremo entro fine gennaio». Montalbetti entrerà a far parte del gruppo Misto, che a furia di defezioni e prese di distanze dai partiti in cui si è stati eletti, conta oggi sette consiglieri.
«Ma daremo vita ad un coordinamento puntualizza - con Pasquale Salvatore dell’Udc e con Barbara Ciabò di Futuro e Libertà per far nascere in Comune un polo civico che sta trovando sempre più interesse e adesioni in città». Già in queste ore si svolgono incontri fra i vertici dei tre partiti che stanno cercando, anche a livello nazionale, di fare fronte comune, anche in prospettiva delle elezioni amministrative. «In realtà aggiunge Montalbetti - cominceremo subito a prendere iniziative comuni, ad esempio nell’analisi del bilancio». Montalbetti insiste anche sul tema dei quesiti referendari sull’ambiente, di cui è stato promotore insieme ad Enrico Fedrighini e Marco Cappato: «I referendum sono a rischio e chiediamo che vengano organizzati prima della consultazione elettorale. Non si può non tenere conto della voce di 25 mila persone che hanno firmato per esprimersi su questi temi». A proposito del dibattito sul terzo polo, il consigliere regionale udc, Enrico Marcora, invita a «ragionare tenendo anche presente l’interessante lavoro che sta facendo Roberto Formigoni con il Ppe, ipotesi con la quale ci dovremmo confrontare». Intanto, il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri, passato dal Pdl a Fli, ha ieri chiesto «a quella minoranza del Pdl che, dentro o fuori Palazzo Marino, in modo scomposto e continuo, mi chiede di dimettermi dal mio incarico, di formalizzare la richiesta. Così almeno, se e quando deciderò di lasciare, si saprà a quale sollecitazione ho risposto». Manfredi precisa la propria posizione: «Io non sono attaccato alla poltrona, ma alla istituzione. Però non posso accettare questo stillicidio, anche perché nessuno si lamenta del mio operato e nessuno mette in dubbio la mia correttezza. Vogliono che me ne vada? Me lo dicano chiaramente: io non ho paura».
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