
29/09/10
la Repubblica
La morte è arrivata dall'alto: un missile lanciato da un drone Reaper americano ha colpito l'auto su cui viaggiava, secondo fonti di intelligence pachistana, Sheikh Fateh al Misri, un "colonnello" di Al Qaeda, considerato il responsabile operativo della rete inAfghanistan e Pakistan. Al Misri, egiziano, aveva preso il posto di Mustafa Abu al Yazid alla testa della struttura terroristica dopo che al Yazid era rimasto anch'egli vittima di un raid condotto dagli aerei senza pilota delle Forze armate Usa. L'egiziano era finito a guidare gli uomini di Osama bin Laden dopo averne raggiunto i ranghi in Afghanistan: in altre parole, dicono gli analisti, la sua nomina sarebbe stata legata all'esigenza strategica da parte del vertice di Al Qaeda di "globalizzare" sempre di più la lotta, coinvolgendo combattenti di altri gruppi. Anche il predecessore al Yazid, considerato il tesoriere della rete, era stato scelto dopo una carriera "esterna", alla guida di un gruppo terroristico libico. Per ora non ci sono conferme ufficiali statunitensi, né risulta che sui siti dei radicali islamici sia apparso l'omaggio al "guerriero di Dio". Se comunque fosse confermato che nei rottami della Datsun incenerita dal Reaper nel sud Waziristan c'erano i resti di al Misri, per le forze Usa sarebbe un risultato eccellente. A renderlo pericoloso era soprattutto il suo progetto strategico: allargare lo scontro al di là dei confini afgani, fino al coinvolgimento completo del Pakistan. I servizi di sicurezza lo indicano come responsabile degli attacchi del maggio scorso a Lahore contro i luoghi sacri della setta Qadyani in cui 95 persone rimasero uccise e un centinaio ferite. L'offensiva contro i "non musulmani" (appunto i seguaci della setta) e i "politeisti" (cioè gli islamici di credo sciita) sarebbe dovuta continuare in maniera massiccia, scrive l'analista del Asia Times, se i servizi di sicurezza di Islamabad non avessero rafforzato enormemente la loro presenza a Lahore.
Nell'occasione, gli agenti dell'Isi sequestrarono numerose armi e 28 tonnellate di esplosivo. La regia di al Misri sarebbe anche dietro l'attentato di luglio, quando tre kamikaze ucciso 45 pellegrini nel tempio dedicato al venerabile sufi di origine persiana Syed Ali Hajwairi. L'attacco via drone all'auto di al Misri è l'ultimo di una serie nutrita, che ha causato perdite pesanti fra le file di Al Qaeda (almeno 118 miliziani uccisi dal 3 settembre). Allo stesso tempo però l'offensiva degli aerei senza pilota -75 raid da inizio anno, 21 solo in settembre - ha provocato dure reazioni nell'opinione pubblica pachistana per le perdite civili, quelle che ormai neanche i militari chiamano più "danni collaterali". Ma se le perdite civili sono inevitabili, gli aerei senza pilota restano l'unica soluzione possibile per gli Usa, decisi a inseguire i miliziani nei loro rifugi del confine afgano-pachistano. A meno che, finalmente, la strada del negoziato a Kabul lasci vedere qualche concreta prospettiva di pace.
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