
Donadi
5 Lo accusa di puntare «unicamente sull'antagonismo». Aggiunge che «fa un'operazione cinica di affermazione personale e di speculazione sulla voglia di cambiamento dei giovani». Conclude che, per colpa sua, «Berlusconi si frega le mani». Sembra Bersani a proposito di Antonio Di Pietro e dei suoi candidati solitari tipo De Magistris a Napoli, è invece il dipietrista Donadi a proposito di Beppe Grillo e dei suoi candidati a cinque stelle. Un (forse utile) contrappasso.
Bocca
6 «Non si può andare avanti per 20 pagine con Berlusconi e le sue amanti. Le sembra giornalismo? Che me ne frega se a lui piacciono le puttane». In un'intervista a Lettere43, Giorgio Bocca, decano del giornalismo italiano, mostra di non aver cambiato idea sul premier, di cui dice peste e corna. Sembra invece averla cambiata sul giornale che fondò nel lontano '76, Repubblica, e del quale resta un collaboratore. Per ora.
Pannella
7 Nonostante fosse a Milano per sostenere il candidato sindaco del centrosinistra, Marco Pannella non ha ceduto al conformismo e, dopo aver alluso alle «carriere clamorose di certi magistrati di sinistra», ha attaccato: «Cinquanta magistrati si dedicano a trovare le prove delle puttanate di un puttaniere e nulla per i comportamenti che noi denunciamo». Ineccepibile.
Lassini
4 Roberto Lassini, il candidato del Pdl al consiglio comunale di Milano autore dei manifesti che paragonavano i magistrati alle Br, non rinuncia al suo quarto d'ora di celebrità e continua a rilasciare interviste per dire che Berlusconi è con lui. «Quando mi ha espresso solidarietà ho pianto», assicura. Ora, che il suo sia stato solo un furbesco eccesso di zelo e che molti suoi accusatori abbiano colpevolmente taciuto sugli eccessi di pm e Anm, è evidente. Ma dividersi tra chi l'appenderebbe a piazzale Loreto e chi lo vorrebbe premier appare leggermente eccessivo. Meglio il silenzio.
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