
“Su 65.000-66.000 detenuti, almeno 15.000 potrebbero teoricamente aspirare alla detenzione domiciliare. E ci sono anche i tossicodipendenti, e sono tanti, che potrebbero scontare la pena fuori dal carcere. E invece questo non succede. È strano, c’è qualcosa che non va”: lo ha detto Luigi Pagano, vice capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.
Parlando a margine della presentazione di un progetto per le detenute, Pagano ha spiegato che il Ministero “sta facendo una ricognizione per capire cos’è che non funziona” nell’utilizzo delle pene alternative. “C’è qualcosa che non va, dobbiamo utilizzare - fa notare - gli strumenti che ci sono. Stiamo operando una ricognizione per vedere dove ci sono i problemi, che cosa non funziona, se il titolo giuridico piuttosto che la mancanza di domicilio o un intervento delle Asl. Vediamo poi il da farsi”. [3]
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