
15/04/10
Il Messaggero
Due lettere sono partite da Roma con destinazione Kabul. Una è firmata da Silvio Berlusconi, l’altra da Franco Frattini. In entrambe si chiedono al presidente afgano Hamid Karzai «risposte urgenti e concrete» sulla vicenda che vede protagonisti i tre operatori umanitari di Emergency, Matteo Dall’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani, arrestati sabato corso con l’accusa di cospirazione.
Sono in particolare tre i punti su cui gli afgani devono fare luce e subito: la configurazione delle accuse, gli elementi di prova e la garanzia del diritto alla difesa dei tre operatori. Lo ha detto ieri Frattini riferendo
alle commissioni Esteri di Camera e Senato gli sviluppi della brutta avventura che i nostri connazionali stanno vivendo in queste ore.
«Siamo insoddisfatti - ha esordito il ministro degli Esteri, che ha ricevuto l’appoggio dell’Ue - dalle risposte venute dalle autorità locali e per questo ho proposto la creazione di un team italo-afgano per l’accertamento dei fatti». Una proposta, quella della Farnesina, che è stata accolta dal ministro degli Esteri di Kabul, Zalmay Rassoul. E’ intanto partito per l’Afghanistan il magistrato RosariòAitala che dovrà assistere i diplomatici italiani della nostra ambasciata fino alla conclusione della vicenda- «Aitala - ha spiegato il ministro degli Esteri - ha lavorato alla definizione del codice afgano e per questo conosce in modo puntuale la normativa locale».
Frattini ha anche assicurato che i tre arrestati stanno bene e che uno di loro, Matteo Pagani, se non emergeranno elementi dell’ultim’ora, sarà rilasciato a breve termine. «I tre operatori - ha aggiunto il capo della Farnesina - sono stati accusati di detenzione di armi e di un piano in due fasi che prevedeva l’invito nell’ospedale del governatore di Helmand dove un attentatore avrebbe dovuto farsi esplodere».
Sarà un famoso avvocato afgano, Afzai Nooristani, il legale che assumerà la difesa di Dall’Afra, Garatti e Pagani. Lo ha annunciato lo stesso Nooristani precisando che «ogni imputato avrà un avvocato» e che «anche i sei afgani arrestati potranno averlo, se lo chiederanno». Nooristani, 35 anni, è il fondatore della " Laoa" (Legal aid organization of Afghanistan), istituzione di assistenza legale operativa in tutto il Paese che fino a oggi ha fornito sostegno gratuito (grazie alla collaborazione di 300 avvocati) a più di duemila
afgani accusati di crimini e non in grado di sostenere spese legali. «Il problema è - ha commentato il legale - che non sappiamo dove siano gli arrestati e di quali reati siano imputati».
«Emergency è stata colpita perché un testimone scomodo». Lo ha ribadito ieri al microfono di Sky Tg24 il fondatore dell’organizzazione, Gino Strada, aggiungendo: «E ora che chi di dovere si dia una mossa. Questa è chiaramente una manovra politica per screditare il lavoro di Emergency. Da cittadino italiano e non da membro di Emergency ritengo questa cosa molto offensiva per il nostro Paese. Chi dal nostro paese riceve due milioni di euro al giorno, anche se sotto forma sbagliata, non può permettersi di trattare cittadini italiani in questo modo. Vogliamo renderci conto che è la prima volta che c’è una guerra internazionale e non c’è un giornalista che possa dire ai cittadini del mondo cosa sta succedendo? In qualche modo l’ospedale di Emergency funzionava come punto di osservazione».
Per Frattini, le parole di Gino Strada «non aiutano l’azione diplomatica»- Il ministro degli Esteri si è riferito in particolare ad alcuni commenti dei giorni scorsi del fondatore di Emergency contro gli Usa, la Nato e l’Isaf.
Nel Palazzo intanto continuano le polemiche. Emma Bonino, vicepresidente del Senato, ha chiesto che l’Italia si impegni anche per i collaboratori afgani di Emergency, non solo per gli italiani, mentre l’Italia dei Valori, per voce di Leoluca Orlando, ha definito «assordante» il silenzio di Berlusconi su tutta la vicenda e «ignobili» gli attacchi di «alcuni ministri e capigruppo della maggioranza che hanno ipotizzato
un fiancheggiamento di Emergency con i terroristi».
Sono in particolare tre i punti su cui gli afgani devono fare luce e subito: la configurazione delle accuse, gli elementi di prova e la garanzia del diritto alla difesa dei tre operatori. Lo ha detto ieri Frattini riferendo
alle commissioni Esteri di Camera e Senato gli sviluppi della brutta avventura che i nostri connazionali stanno vivendo in queste ore.
«Siamo insoddisfatti - ha esordito il ministro degli Esteri, che ha ricevuto l’appoggio dell’Ue - dalle risposte venute dalle autorità locali e per questo ho proposto la creazione di un team italo-afgano per l’accertamento dei fatti». Una proposta, quella della Farnesina, che è stata accolta dal ministro degli Esteri di Kabul, Zalmay Rassoul. E’ intanto partito per l’Afghanistan il magistrato RosariòAitala che dovrà assistere i diplomatici italiani della nostra ambasciata fino alla conclusione della vicenda- «Aitala - ha spiegato il ministro degli Esteri - ha lavorato alla definizione del codice afgano e per questo conosce in modo puntuale la normativa locale».
Frattini ha anche assicurato che i tre arrestati stanno bene e che uno di loro, Matteo Pagani, se non emergeranno elementi dell’ultim’ora, sarà rilasciato a breve termine. «I tre operatori - ha aggiunto il capo della Farnesina - sono stati accusati di detenzione di armi e di un piano in due fasi che prevedeva l’invito nell’ospedale del governatore di Helmand dove un attentatore avrebbe dovuto farsi esplodere».
Sarà un famoso avvocato afgano, Afzai Nooristani, il legale che assumerà la difesa di Dall’Afra, Garatti e Pagani. Lo ha annunciato lo stesso Nooristani precisando che «ogni imputato avrà un avvocato» e che «anche i sei afgani arrestati potranno averlo, se lo chiederanno». Nooristani, 35 anni, è il fondatore della " Laoa" (Legal aid organization of Afghanistan), istituzione di assistenza legale operativa in tutto il Paese che fino a oggi ha fornito sostegno gratuito (grazie alla collaborazione di 300 avvocati) a più di duemila
afgani accusati di crimini e non in grado di sostenere spese legali. «Il problema è - ha commentato il legale - che non sappiamo dove siano gli arrestati e di quali reati siano imputati».
«Emergency è stata colpita perché un testimone scomodo». Lo ha ribadito ieri al microfono di Sky Tg24 il fondatore dell’organizzazione, Gino Strada, aggiungendo: «E ora che chi di dovere si dia una mossa. Questa è chiaramente una manovra politica per screditare il lavoro di Emergency. Da cittadino italiano e non da membro di Emergency ritengo questa cosa molto offensiva per il nostro Paese. Chi dal nostro paese riceve due milioni di euro al giorno, anche se sotto forma sbagliata, non può permettersi di trattare cittadini italiani in questo modo. Vogliamo renderci conto che è la prima volta che c’è una guerra internazionale e non c’è un giornalista che possa dire ai cittadini del mondo cosa sta succedendo? In qualche modo l’ospedale di Emergency funzionava come punto di osservazione».
Per Frattini, le parole di Gino Strada «non aiutano l’azione diplomatica»- Il ministro degli Esteri si è riferito in particolare ad alcuni commenti dei giorni scorsi del fondatore di Emergency contro gli Usa, la Nato e l’Isaf.
Nel Palazzo intanto continuano le polemiche. Emma Bonino, vicepresidente del Senato, ha chiesto che l’Italia si impegni anche per i collaboratori afgani di Emergency, non solo per gli italiani, mentre l’Italia dei Valori, per voce di Leoluca Orlando, ha definito «assordante» il silenzio di Berlusconi su tutta la vicenda e «ignobili» gli attacchi di «alcuni ministri e capigruppo della maggioranza che hanno ipotizzato
un fiancheggiamento di Emergency con i terroristi».
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