
12/05/10
La Repubblica - ed. Roma
Che fine farà il Metropolitan di via del Corso? Diventerà un megastore della Benetton o resterà così com’è? Un cinema storico, con tanto di sala dedicata ai film in lingua originale, e luogo prescelto dalla "Festa del Cinema" per alcune proiezioni del concorso. A chiederselo sono in tanti. Specie chi nella multisala lavora da anni. Ma dietro il balletto di ipotesi, una cosa sola sembra sicura: la Fininvest Immobiliare, proprietaria delle mura, lo sta vendendo. Nonostante le firme, gli appelli, le petizioni di attori come Valeria Golino eAlha Rohrwacher, la bionda protagonista dell’ultimo film di Soldini. Riavvolgiamo la pellicola.
«Tutto è cominciato lo scorso dicembre - spiega Mario Carucci, segretario di Cub informazioni, sindacati di base - Quando Valter Casini, amministratore unico del Circuito Cinema che dal ‘96 gestisce sessanta
sale in tutta Italia, ha annunciato che non avrebbe rinnovato il contratto a sei lavoratori a tempo determinato». Il perché scoperchia un pentola in ebollizione: «Ci è stato detto - continua Carucci - che il cinema sarebbe stato venduto a marzo e i sei lavoratori sarebbero stati un surplus». Da quel momento in poi il Metropolitan diventa un caso.
A scongiurarne la chiusura si mobilita anche il tam tam su Internet, con un gruppo di duri e puri su Facebook. La più agguerrita è la comunità anglofona che nella capitale vive: «Perché far morire una delle poche sale a Roma dove si proiettano i film in inglese»? Intanto, arriva la fatidica data: 31 marzo. L’amministratore annuncia, in un incontro con i dipendenti, che la Fininvest ha venduto l’immobile. Ma a chi? «In quell’occasione ci fu detto che l’acquirente più probabile era la Benetton, pronta a creare in via del Corso il più grande store d’Europa». Notizia che non viene più confermata. Anzi. Anche sulla vendita nessuno è più sicuro. «Stiamo ancora perfezionando l’accordo», spiega dopo qualche settimana Casini. Parte la raccolta di firme. «Anche perché - siamo convinti che dietro ci sia una speculazione con il cambio d’uso», dicono i sindacalisti di Cub informazione. L’assessore capitolino al Commercio, Davide Bordoni, smentisce: «Non c’è stata alcuna richiesta e in Comune non è arrivata alcun progetto da far rientrare nel bando di riqualificazione dei cinema in aree commerciali».
Anche Dino Gasperini, delegato del sindaco per il centro storico, del cinema Metropolitan non sa nulla. «Quel che si sa - spega Carucci - è che entro la prima decade del gennaio 2011 tutto sarà smantellato». Cub informazione lancia una raccolta di firme, tra i primi a dare l’adesione contro la chiusura c’è anche Emma Bonino. «Pochi giorni fa abbiamo incontrato Umberto Croppi, l’assessore comunale alla Cultura
- dicono i sindacati - per avere chiarimenti sul cambio d’uso e chiedere un tavolo di confronto con Fininvest, Circuito Cinema e il sindaco». Cambio d’uso che comunque, se ci sarà, riguarderà solo la metà della multisala. Una delibera comunale infatti consente di ristrutturare i cinema mantenendo una quota del 50 percento delle cubature dedicata ad attività culturali. «Sì, ma questo non ci rassicura - continua il
segretario di Cub informazione -basta vedere cosa è successo all’Etoile a piazza in Lucina, dove le "attività culturali" sono i mercatini radical chic».
«Tutto è cominciato lo scorso dicembre - spiega Mario Carucci, segretario di Cub informazioni, sindacati di base - Quando Valter Casini, amministratore unico del Circuito Cinema che dal ‘96 gestisce sessanta
sale in tutta Italia, ha annunciato che non avrebbe rinnovato il contratto a sei lavoratori a tempo determinato». Il perché scoperchia un pentola in ebollizione: «Ci è stato detto - continua Carucci - che il cinema sarebbe stato venduto a marzo e i sei lavoratori sarebbero stati un surplus». Da quel momento in poi il Metropolitan diventa un caso.
A scongiurarne la chiusura si mobilita anche il tam tam su Internet, con un gruppo di duri e puri su Facebook. La più agguerrita è la comunità anglofona che nella capitale vive: «Perché far morire una delle poche sale a Roma dove si proiettano i film in inglese»? Intanto, arriva la fatidica data: 31 marzo. L’amministratore annuncia, in un incontro con i dipendenti, che la Fininvest ha venduto l’immobile. Ma a chi? «In quell’occasione ci fu detto che l’acquirente più probabile era la Benetton, pronta a creare in via del Corso il più grande store d’Europa». Notizia che non viene più confermata. Anzi. Anche sulla vendita nessuno è più sicuro. «Stiamo ancora perfezionando l’accordo», spiega dopo qualche settimana Casini. Parte la raccolta di firme. «Anche perché - siamo convinti che dietro ci sia una speculazione con il cambio d’uso», dicono i sindacalisti di Cub informazione. L’assessore capitolino al Commercio, Davide Bordoni, smentisce: «Non c’è stata alcuna richiesta e in Comune non è arrivata alcun progetto da far rientrare nel bando di riqualificazione dei cinema in aree commerciali».
Anche Dino Gasperini, delegato del sindaco per il centro storico, del cinema Metropolitan non sa nulla. «Quel che si sa - spega Carucci - è che entro la prima decade del gennaio 2011 tutto sarà smantellato». Cub informazione lancia una raccolta di firme, tra i primi a dare l’adesione contro la chiusura c’è anche Emma Bonino. «Pochi giorni fa abbiamo incontrato Umberto Croppi, l’assessore comunale alla Cultura
- dicono i sindacati - per avere chiarimenti sul cambio d’uso e chiedere un tavolo di confronto con Fininvest, Circuito Cinema e il sindaco». Cambio d’uso che comunque, se ci sarà, riguarderà solo la metà della multisala. Una delibera comunale infatti consente di ristrutturare i cinema mantenendo una quota del 50 percento delle cubature dedicata ad attività culturali. «Sì, ma questo non ci rassicura - continua il
segretario di Cub informazione -basta vedere cosa è successo all’Etoile a piazza in Lucina, dove le "attività culturali" sono i mercatini radical chic».
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