
Che nel pasticcio delle liste il Popolo della Libertà ci abbia messo del suo, dando un contributo essenziale alla propria esclusione, non lo abbiamo mai nascosto. Anzi, fummo tra i primi a dare dei fessi a quei dirigenti che a causa di un panino hanno impedito agli elettori di poter scegliere in tutta libertà per chi votare. Siamo stati per la verità anche portati a sospettare che il pasticcio non fosse solo frutto di dabbenaggine di funzionari inesperti, ma pure dell`intenzione di tener fuori sia la Polverini che Formigoni, e proprio per questo abbiamo sollecitato il governo a fare un decreto che rimettesse in gioco i due candidati di centrodestra, consentendo elezioni regolari, dove entrambi gli schieramenti fossero rappresentati.
Tutto ciò premesso, oggi però ci sentiamo di dire che non si può continuare una battaglia politica a colpi di ricorsi o di rinvii. Dopo l'ennesima bocciatura da parte del tribunale della lista del PdL nel Lazio, non si può pensare ditirare per le lunghe una vicenda che l'elettore non comprende e non apprezza. Probabilmente i giudici hanno sbagliato a non applicare il decreto, negando il diritto a essere rimesso in lizza del Popolo della Libertà. Non sappiamo se nella decisione togata vi sia un banale errore o del calcolo politico: lasciamo ad altri la valutazione. Per quel che ci riguarda al punto in cui siamo ci si deve fermare.
Inutile continuare una sfida a colpi di carte bollate, sperando in una revisione in seconda istanza da parte del Consiglio di Stato. Addirittura dannosa l'idea lanciata da Marco Pannella e carezzata da qualche esponente del centrodestra di far slittare le elezioni laziali di un mese. Gli elettori non capirebbero questo continuo tira e molla e penserebbero davvero che il PdL è incapace di presentare le proprie liste e perfino di riammetterle per decreto, e, allo stesso tempo, l'opposizione avrebbe gioco facile nel continuare ad accusare l'esecutivo di stravolgere le leggi a proprio
uso e consumo. Proseguire labattagha legale o altro è una strada sbagliata su cui il PdL non si deve incamminare. Meglio, molto meglio, a questo punto pensare alle elezioni e alla campagna elettorale, rinunciando alla lista del partito per puntare tutto su quella della candidata. Se Silvio Berlusconi spiegasse agli elettori ciò che è accaduto e i tentativi di inquinamento della competizione elettorale e chiamasse tutti alla mobilitazione, il Lazio potrebbe non essere perduto.
Serve uno sforzo di funzionari e colonnelli per ri mettere in corsa il centrodestra anche se il centrodestra è escluso. Serve soprattutto il carisma di un leader il quale faccia sentire che il PdL c'è ed è unito intorno al suo candidato. Se il Cavaliere vuole, la Polverini ce la può fare. Basta mettere da parte i consigli degli avvocati e i veleni dei cortigiani, che in questa faccenda di danni ne hanno fatti già troppi.
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