
06/10/10
la Repubblica
Nuova denuncia dei radicali contro il governatore lombardo Roberto Formigoni. «Almeno 374 firme a sostegno della sua lista alle scorse elezioni regionali sono false». La notizia bomba scoppia ieri pomeriggio quando il radicale Marco Cappato si presenta davanti ai giornalisti con un pacco voluminoso di moduli di presentazione della lista Per la Lombardia.
Il listino, prima escluso e poi riammesso che nel marzo scorso ha consentito al governatore lombardo di farsi rieleggere perla quarta volta. «Un nostro perito riconosciuto dal Tribunale di Milano certifica che molte firme sono false. E un numero sufficiente a imporre che in Lombardia si possano fare elezioni legali. Formigoni si deve dimettere perché ha dichiarato il falso». A sostegno della denuncia per falso, l'esponente radicale mostra, a titolo di esempio, un modulo con 25 firme raccolte a Gallarate. Ad autenticarle è stato il consigliere provinciale del Pdl di Varese, Franco Binaghi che prova a difendersi: «Le firme forse sono simili solo perché sono state fatte conia stessa penna. Non sono false, ma c'era tanta gente e non le ho raccolte solo io».
Cappato ricorda anche le intercettazioni telefoniche nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3 e l'interessamento del presidente della corte d'Appello di Milano Alfonso Marra. «Siccome Formigoni si è rivolto a personaggi non proprio particolarmente credibili per ottenere un aiuto sulla questione delle liste - incalza avendo mentito accusando i radicali di aver manomesso i moduli, crediamo si debba dimettere perché non poteva non sapere che le fame erano totalmente false». Durissima la replica del governatore lombardo. «È la solita iniziativa propagandistica dei radicali, ai quali non intendo fornire eco - ha risposto rabbioso - Facciano la querela che hanno minacciato e risponderemo in quella sede. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate. Gli elettori sui sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me e alla mia coalizione, e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà».
Immediata la controreplica dei leader radicali Marco Pannella ed Emma Bonino. «La replica di Formigoni - dice Pannella - dà la misura della sua arrogante quanto mai disperata disonestà intellettuale e operativa. Il processarlo sembra inevitabile perfino in questo suo Regime. Confidiamo, infatti, che vi sia un giudice, e anche molti a Milano. Occorre che la democrazia italiana processi questa gente e uno come lui lo metta almeno per un po' in galera».
Dura anche la vice presidente del Senato Emma Bonino: «Formigoni lasci perdere il suo tono da lesa maestà e la sua impudente, quanto imprudente, chiamata in causa della volontà popolare. Purtroppo per lui in democrazia ci sono delle regole e in paesi dove lo stato di diritto non è ancora ridotto a putridescenza chi non le rispetta abitualmente ne paga le conseguenze». La tensione resta alta. Oggi, infatti, il Tar della Lombardia deciderà su un precedente ricorso dei radicali che chiedono la decadenza di tutto il consiglio regionale lombardo.
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