
29/04/10
Italia Oggi
Niente trasparenza? E allora niente nuovi contratti di consulenza per viale Mazzini. I contratti firmati dalla Rai da sempre sono coperti dal massimo top secret, violato dalla stampa solo su dichiarazione dei diretti interessati o in pochi alcuni casi (per esempio ieri Il Giornale ha tirato fuori la notizia del contratto da 1,5 milioni tra RaiUno e la società guidata dalla madre di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della camera Gianfranco Fini).
Per effetto della Finanziaria del 2008 (legge 244/2007, articolo 3, commi da 43 a 54), che ha imposto la massima trasparenza agli incarichi e ai compensi nella pubblica amministrazione, anche la tv pubblica è obbligata a dare notizia di tutti i contratti di consulenza, e i derelativi compensi, firmati dalle sue strutture. E invece, nonostante l’obbligo, che peraltro è stato ribadito recentemente anche dal ministro Brunetta, la Rai non lo ha mai fatto, esponendo così i suoi vertici a possibili richieste di danno erariale, ma, soprattutto, al non poter più sottoscriverne di nuovi. Potrebbe essere questa l’ennesima grana per l’azienda guidata da Paolo Garimberti e da Mauro Masi. A sollevare il tema è stata la senatrice radicale Donatella Poretti, che, in un’interrogazione presentata al ministero dell’economia addirittura il 17 giugno del 2008, alla quale però non ha mai ottenuto nessuna risposta, chiedeva lumi proprio del segreto di stato che circonda i contratti firmati dalla Rai. La Poretti, richiamando la legge 244, che obbliga alla pubblicità i contratti di consulenza stipulati dagli enti pubblici, chiedeva il perchè la Rai, che è comunque una pubblica amministrazione, visto il controllo azionario di via XX Settembre, non abbia mai messo in rete quei documenti.
La legge su questo è categorica, ricorda la senatrice: «Nessun atto comportante spesa, ai sensi dei precedenti periodi, può ricevere attuazione se non sia stato previamente reso noto, con l’indicazione nominativa dei destinatari e dell’ammontare del compenso attraverso la pubblicazione sul sito web dell’amministrazione o del soggetto interessato, nonchè comunicato al governo e al parlamento».
La Poretti ammette che l’azienda pubblica da tempo ha creato un sito apposito (www.contrattidiconsulenza.rai.it), ma chiunque abbia avuto la pazienza di avvicinarvisi avrà visto che non è mai stato operativo. Chi ci va infatti può leggere un laconico: «Lavori in corso - Contratti di consulenza Rai. A breve sarà disponibile la documentazione relativa». Non dando però trasparenza ai contratti e ai compensi pagati ai consulenti, la Rai si espone a un duplice rischio: danno erariale per i suoi vertici e per i consulenti, che, secondo la legge 244/2007, potrebbero essere costretti a rimborsare una somma pari a 10 volte l’ammontare della somma illegittimamente erogata; ma, soprattutto, secondo quanto ribadito dalla più recente normativa del ministro della pa Renato Brunetta per tutte le pa, fino a che non adempie a questo onere di trasparenza, la Rai non potrebbe più firmare nuovi contratti di consulenza. Finchè non arriveranno direttive da via XX Settembre.
Per effetto della Finanziaria del 2008 (legge 244/2007, articolo 3, commi da 43 a 54), che ha imposto la massima trasparenza agli incarichi e ai compensi nella pubblica amministrazione, anche la tv pubblica è obbligata a dare notizia di tutti i contratti di consulenza, e i derelativi compensi, firmati dalle sue strutture. E invece, nonostante l’obbligo, che peraltro è stato ribadito recentemente anche dal ministro Brunetta, la Rai non lo ha mai fatto, esponendo così i suoi vertici a possibili richieste di danno erariale, ma, soprattutto, al non poter più sottoscriverne di nuovi. Potrebbe essere questa l’ennesima grana per l’azienda guidata da Paolo Garimberti e da Mauro Masi. A sollevare il tema è stata la senatrice radicale Donatella Poretti, che, in un’interrogazione presentata al ministero dell’economia addirittura il 17 giugno del 2008, alla quale però non ha mai ottenuto nessuna risposta, chiedeva lumi proprio del segreto di stato che circonda i contratti firmati dalla Rai. La Poretti, richiamando la legge 244, che obbliga alla pubblicità i contratti di consulenza stipulati dagli enti pubblici, chiedeva il perchè la Rai, che è comunque una pubblica amministrazione, visto il controllo azionario di via XX Settembre, non abbia mai messo in rete quei documenti.
La legge su questo è categorica, ricorda la senatrice: «Nessun atto comportante spesa, ai sensi dei precedenti periodi, può ricevere attuazione se non sia stato previamente reso noto, con l’indicazione nominativa dei destinatari e dell’ammontare del compenso attraverso la pubblicazione sul sito web dell’amministrazione o del soggetto interessato, nonchè comunicato al governo e al parlamento».
La Poretti ammette che l’azienda pubblica da tempo ha creato un sito apposito (www.contrattidiconsulenza.rai.it), ma chiunque abbia avuto la pazienza di avvicinarvisi avrà visto che non è mai stato operativo. Chi ci va infatti può leggere un laconico: «Lavori in corso - Contratti di consulenza Rai. A breve sarà disponibile la documentazione relativa». Non dando però trasparenza ai contratti e ai compensi pagati ai consulenti, la Rai si espone a un duplice rischio: danno erariale per i suoi vertici e per i consulenti, che, secondo la legge 244/2007, potrebbero essere costretti a rimborsare una somma pari a 10 volte l’ammontare della somma illegittimamente erogata; ma, soprattutto, secondo quanto ribadito dalla più recente normativa del ministro della pa Renato Brunetta per tutte le pa, fino a che non adempie a questo onere di trasparenza, la Rai non potrebbe più firmare nuovi contratti di consulenza. Finchè non arriveranno direttive da via XX Settembre.
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