
Deputato tra il 1897 e il 1900, Gabriele D`Annunzio fu un noto estimatore della "mattonella di Persia": termine in cui nel suo immaginifico stile definiva la cocaina. Poi il 7 aprile del 1947 ci fu il caso di Ettore Santi: deputato repubblicano alla Costituente, che fu sorpreso in un "appartamento compiacente" di via del Lavatore, dietro Fontana di Trevi, con una prostituta nel letto e alcuni grammi di cocaina sul comodino. Espulso dal partito, fu costretto anche alle dimissioni dall`Assemblea. Dopo di che, però, la droga apparentemente scomparve per un po` dalla Camere, anche se varie accuse mai provate su orge di parlamentari a base di sesso
e narcotici volano all`epoca dello scandalo di Wilma Montesi. Fino all`epoca di Marco Panella, che fu eletto nel 1976 deputato alla Camera, l`anno dopo essere stato arrestato per aver fumato provocatoriamente uno spinello. O aver mostrato di fumarlo: in realtà, sostengono in molti,
non sapendo come usarlo, lo aveva messo in bocca alla rovescia. Una storia insomma diversa dal dramma che nel 1983 stroncò l`allora 43enne deputato socialista di Genova Antonio Canepa, parlamentare dal 1972. Trovato cadavere nella casa in cui abitava con la madre, all`inizio si pensò a un suicidio, ma poi si appurò che la colpa era stata di un`overdose. Nel 1989 volarono scintille
tra un Psi che Craxi aveva appena fatto sterzare sul versante di un proibizionismo duro e il gruppo Espresso-Repubblica, perla notizia dell`allora vicesegretario socialista Claudio Martelli che sarebbe
stato fermato dalla polizia kenyana nell`aeroporto di Malindi, in possesso di qualche sigaretta alla marijuana. Nel novembre del 2003 salta fuori la sorpresa di Emilio Colombo: senatore a vita, ex-Presidente del Consiglio e parlanentare dalla Cosituente, che confessa di fare uso di cocaina «a scopo terapeutico». Il presidente Francesco Cossiga con la sua abituale impertinenza ricorderà che
«non era Emilio Colombo il solo senatore a vita a fare uso di cocaina». Nell`ottobre del 2006 ci sarà poi il test antidroga delle "Iene". Ne risulterà che almeno un deputato su tre faceva uso di marijuana, hashish o cocaina. Alcuni invocheranno il Garante della privacy, ma altri faranno l`opposta richiesta si stabilire un controllo sull`uso di stupefacenti da parte di chi ricopre cariche pubbliche. Da cui il test volontario per parlamentari ed esponenti del governo voluto dal sottosegretario Carlo Giovanardi e dai cui risultati salterebbe fuori la positività di uno tra i
232 parlamentari "esaminati".
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