
08/11/10
Il Secolo XIX
Ricche commesse alla Francia ma, per l’Italia, l’atomo non sembra essere proprio un affare. Mentre le rinnovabili sono «un’occasione che il Paese deve perseguire». A porre «molti dubbi» sulla scelta del nucleare in Italia è stato ieri Massimo D’Alema. All’epoca del referendum, D’Alema, come lui stesso ha raccontato, votò a favore del nucleare ma oggi si dice «abbastanza dubbioso» sulla scelta dell’Italia di buttarsi a capofitto su tecnologie «da cui saremo dipendenti». «Il nucleare - ha detto - è un grande affare per i francesi e non per gli italiani ed è difficilmente gestibile. Porterà grandi commesse alla Francia, e forse anche agli Stati Uniti, ma è più un’idea propagandistica che di politica industriale». «Sono un nuclearista convinto ma in Italia l’argomento atomo suscita una serie di reazioni. Se vogliamo convincere le popolazioni bisogna far capire che il nucleare non è pericoloso», ha replicato l’ad di Eni, Paolo Scaroni.
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