
L’inizio dei lavori per realizzare la prima centrale nucleare tra tre anni. «Entro la legislatura, mi ha assicurato il ministro Scajola», perché prima «dobbiamo lavorare per convincere le persone della sicurezza delle centrali. Solo allora potremo parlare di luoghi e per questo ho anche attivato la tv pubblica perche raccolgano le esperienza dei cittadini francesi». Silvio Berlusconi conclude la due giorni di faccia a faccia con il premier russo Vladimir Putin, con una conferenza stampa che si tiene nell’aula Magna
della futura università del Pensiero Liberale a villa Gernetto, alle porte di Monza. Gli accordi con i russi sul nucleare (impianti e ricerca), seguono quelli siglati qualche giorno fa a Parigi, e insieme sanciscono la scelta del governo: «Oggi - spiega Berlusconi - non è più possibile pensare di star fuori dal nucleare». La firma che il ministro Gelmini e il suo omologo russo pongono sotto un progetto dì ricerca sulla fusione nucleare, sembra riaprire uno dei capitoli di eccellenza delle nostre università. Berlusconi è sicuro che alla fine i cittadini capiranno e che, come accade in Francia, si faccia anche da noi «la guerra per avere le centrali nucleari nei propri comuni perchè portano lavoro».
Tra Berlusconi e Putin ieri era evidente una familiarità approfondita in dieci anni di incontri più o meno ufficiali. Anche quello di ieri ha mescolato questioni private ad affari pubblici, ma la sintonia trai due «è totale» anche su tutte le principali situazioni di politica internazionale che destano preoccupazione perchè - spiega - «fra i nostri paesi c’è sintonia nella diagnosi in tutti questi settori».
L’insolitamente loquace zar della nuova Russia, sostiene l’esigenza di «aumentare gli accordi di cooperazione» e sottolinea con rammarico il calo «del 38% nell’interscambio» tra Italia e Russia che si è registrato lo scorso anno. Punto centrale degli accordi siglati ieri mattina, è stata la firma di un’intesa sottoscritta tra l’amministratore delegato e direttore generale di Enel Fulvio Conti e il presidente di "inter Rao Ues" Boris Y. Kovaichuk per lo sviluppo di una nuova centrale nucleare a Kaliningrad.
La futura centrale di Kaliningrad - la prima partnership pubblico-privata nel settore nucleare in Russia - sarà composta da due gruppi di 1170 MW l’uno e utilizzerà la tecnologia di terza generazione VVER 1200.
Ovviamente l’annuncio di un ritorno al nucleare dato da Berlusconi ieri da Lesmo, ha scatenato la reazione delle opposizioni. Mentre l’Idv si attrezza per un nuovo referendum e i Radicali plaudono alla campagna di informazione a patto «che i cittadini conoscano i costi esorbitanti di questa scelta energetica», il Pd attacca la scelta parlando di un ritorno al nucleare con la tecnologia degli anni Sessanta, «dato che i progetti prevedono reattori Pwr».
Berlusconi sembra però aver già messo in conto la reazione degli «ambientalisti estremisti», come li definisce riferendosi al precedente referendum che però venne sostenuto in primis dall’allora sinistra socialista, e parla di «un accordo di grande respiro che dà alla nostra principale azienda, l’Enel, la possibilità di ampliare la sua presenza nell’Unione Sovietica e in tutto l’Oriente». Rispolverata l’Unione Sovietica, in omaggio forse all’amico seduto alla sua destra, Berlusconi rilancia anche la collaborazione di Ení e Gazprom («i lavori per il progetto Southstream avranno inizio nei primi sei mesi del 2012») anche in Africa, perchè «c’è tutto un continente che si apre ad aziende estere e non vorremmo lasciare che fosse solo la Cina ad assorbire tutte le nuove potenzialità».
Scaroni, ad di Eni, seduto in prima fila annuisce mentre Marco Tronchetti Provera resta impassibile quando Berlusconi accenna a possibili interessi di Pirelli ad acquisire aziende in Russia, «che danno lavoro a 2500 persone».
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