
Speciale inaugurazione Anno giudiziario 2014
- Relazione del Primo Presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce (pdf) [3]
- Intervento del Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione Gianfranco Ciani (pdf) [4]
- Intervento del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Michele Vietti (pdf) [5]
- Intervento del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri (pdf) [6]
Anno giudiziario al via all’insegna dell’emergenza carceri
Inaugurazione dell’Anno giudiziario 2014 all’insegna dell’emergenza carceri, problema mai risolto della nostra giustizia diventato prioritario in questa legislatura dopo la condanna dell’Italia da parte della Corte dei diritti dell’Uomo per l’eccessivo sovraffollamento. Il tema, insieme all’indulto e agli sforzi del Parlamento per uscire dall’emergenza, è al centro della relazione sullo stato della giustizia nel 2013 illustrata stamani dal I° presidente della Cassazione Giorgio Santacroce nell’Aula magna della Suprema Corte innanzi al presidente della Repubblica. In attesa di “riforme di sistema”, si legge infatti nel documento, non c’è “altra via che l’indulto” per ridurre “subito il numero dei detenuti”, scarcerando chi “non merita di stare in carcere ed essere trattato in modo inumano e degradante”.
Allarme corruzione, urgente riformare la prescrizione (Radiocor)
La relazione accenna anche a due “fronti caldi” degli ultimi anni: la corruzione e le tensioni ricorrenti tra magistrati e classe politica. “La riforma delle riforme” di cui l’Italia ha bisogno, scrive Santacroce, è quella della prescrizione cui “veniamo ripetutamente sollecitati da organismi internazionali, da ultimo il rapporto Ocse, che deplorano l’alta percentuale di delitti di corruzione dichiarati estinti per tale causa”.
Tensioni toghe-politica, magistrati evitino protagonismi (Radiocor)
Quanto all’attrito costante tra magistratura e politica, “più che una nota dolente, rappresenta una vera e propria spina nel cuore per noi magistrati”, il cui “risvolto più doloroso” è “una delegittimazione gratuita e faziosa che ha provocato, goccia dopo goccia, una progressiva sfiducia nell’operato dei giudici e nel controllo di legalità che a essi é demandato”. Per dare “credibilità” al loro operato “senza alimentare diffidenze, pessimismi, sospetti”, i magistrati dovrebbero, continua la relazione Santacroce, “sentirsi sempre meno potere e sempre più servizio come vuole la Costituzione”, “abbandonare inammissibili protagonismi e comportamenti improntati a scarso equilibrio”, senza “assumere improprie missioni catartiche e fuorvianti smanie di bonifiche politiche e sociali”.
Giudizio positivo sul taglio dei Tribunalini (Radiocor)
In un altro passaggio della relazione Santacroce sottolinea positivamente gli sforzi degli ultimi governi per mandare in porto senza tentennamenti la storica riforma della geografia giudiziaria e a rilanciare la mediazione in chiave deflattiva del contenzioso. Ai Guardasigilli Severino e Cancellieri, spiega infatti la relazione, “va riconosciuto il merito di aver mostrato fermezza mantenendo dritta la barra del cambiamento” sul taglio dei tribunali, “allo stesso pragmatismo si ispira il “decreto del fare” del giugno scorso che ha rafforzato le risorse umane degli uffici giudiziari” e ha reintrodotto “la mediazione come strumento di deflazione del contenzioso civile.
Ridurre il ricorso alla custodia cautelare (Radiocor)
Il documento accenna anche agli ultimi interventi normativi in corso all’esame del Parlamento quale risposta all’emergenza carceraria. “Meritano consenso” infatti le proposte delle Commissioni istituite presso il ministero della Giustizia per snellire il processo civile e smaltire l’arretrato e, sul versante penale, e quelle tese “a restringere l’area delle sanzioni detentive e a contenere il ricorso alla custodia cautelare, acquisendo una maggiore consapevolezza critica della sua funzione di extrema ratio da utilizzare entro i confini più ridotti possibili.
Procedimenti esecutivi in aumento causa crisi economica (Radiocor)
La relazione inaugurale dedica spazio anche alla crisi economica in atto che “ha generato un forte incremento dei procedimenti esecutivi (anche mobiliari), dei fallimenti, delle procedure di concordato preventivo, delle modifiche delle condizioni patrimoniali nelle separazioni personali dei coniugi, dei decreti ingiuntivi e dei licenziamenti con il rito Fornero”.
Giustizia Ue, all’Italia record inadempienze. I nodi tortura e contumacia (Radiocor)
Quasi un omaggio alla presenza alla cerimonia del presidente della Corte di Giustizia europea, Vasilios Skouris l’accenno di Santacroce alle inadempienze del nostro paese rispetto agli obblighi assunti nei confronti della Ue. L’Italia, ricorda, é il Paese “contro il quale é stato avviato il maggior numero di procedure di infrazione”, e “resta fra i nove sorvegliati speciali oggetto del rapporto sulla giustizia”. Tra i tanti inadempimenti lamentati, la mancata introduzione del reato di tortura: “A distanza di 25 anni non é stato fatto nulla, sicché gli atti di tortura che anche in Italia si commettono vanno inevitabilmente in prescrizione, perché manca una legge che la punisca come tale, fissando pene adeguate alla sua gravità”. Per Santacroce altra inadempienza è rappresentata dalla mancata revisione della disciplina della contumacia.
Pg Ciani: da escludere finalità politiche in azione dei pubblici ministeri (Radiocor)
Ma quella di Santacroce non è l’unica relazione al centro della cerimonia, che prevede anche l’intervento del Procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, che esclude “con tranquillante certezza”, che l’azione penale “abbia inteso perseguire finalità politiche che non le appartengono, al di là delle fisiologiche ed inevitabili ricadute politiche derivanti dall’esercizio di essa, effetto, questo, certamente non imputabile alla magistratura requirente”. Ciani rileva tuttavia un “eccesso di esposizione mediatica di frange, ancorché esigue, della magistratura inquirente”, mentre i pm dovrebbero stare “lontano dai riflettori”, senza “ricercare notorietà o consenso ma solo suscitare la fiducia dei cittadini”.
Appello alle toghe inquirenti: più tutela della privacy degli indagati (Radiocor)
A fronte delle polemiche sull’eccessiva invadenza degli inquirenti e dei media rispetto al diritto alla riservatezza degli indagati Ciani lancia poi un appello perchè la magistratura mostri “particolare impegno e attenzione nella tutela della privacy”. Riferendosi “a strumenti di indagine invasivi, primo fra tutti quello, indispensabile, delle intercettazioni telefoniche e ambientali”, il Pg della Cassazione sottolinea che la tutela “deve concernere non solo i terzi ma anche lo stesso indagato, in relazione a tutti quei fatti e a quelle condotte che non hanno rilevanza per il procedimento”. Allo stesso modo - conclude il magistrato - “il bene sommo della libertà personale può e deve essere sacrificato solo nei casi di assoluta necessità”.
No agli sconti di pena, più carceri contro il sovraffollamento delle carceri (Radiocor)
Come Santacroce, anche la relazione di Ciani sottolinea il ritardo italiano sul fronte carceri, e mette addirittura in dubbio che l’Italia, in assenza di “ulteriori tempestivi interventi” possa mettersi in regola per la scadenza di maggio fissata dalla Corte dei diritti dell’Uomo per risolvere l’emergenza sovraffollamento. Pur non pronunciando mai la parola indulto, Ciani rileva che “non è sugli sconti di pena in corso di esecuzione che si realizza una saggia politica di deflazione carceraria”, e che con “un contesto di criminalità che permane a livelli preoccupanti” è “imprescindibile una seria programmazione di edilizia carceraria” insieme a misure che rendano “più civile e umana” la vita dei detenuti.
La prima volta alla cerimonia del presidente della Corte di Giustizia Ue (Radiocor)
Giorgio Napolitano è accompagnato dal Guardasigilli Annamaria Cancellieri che rappresenta il Governo in assenza del premier Enrico Letta, impegnato altrove. Prima volta assoluta invece per il presidente della Corte di Giustizia Ue, Vasilios Skouris, la cui presenza alla cerimonia rispecchia la preoccupazione comunitaria per lo stato della nostra giustizia. Alla cerimonia ufficiale partecipano anche i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e i ministri per l’Integrazione, Cecile Kyenge, della Difesa Mario Mauro, per le riforme, Gaetano Quagliariello, e della Pa, Gianpiero D’Alia.
Cambia il cerimoniale, Napolitano in prima fila tra le autorità (Radiocor)
Se la relazione del primo presidente Santacroce conferma nel complesso, come ormai da molti anni, gran parte dei problemi della Giustizia già evidenziati dalla relazione ministeriale - l’enorme carico di processi pendenti, la lunghezza dei procedimenti, e il lievitare dei costi per i risarcimenti da eccessiva durata dei processi - il cerimoniale registra quest’anno qualche novità: il Capo dello Stato non siederà più sulla poltrona rossa, da solo, al centro dell’Aula, ma troverà posto nella prima fila di posti d’onore riservati alle autorità istituzionali. Spartane le sedute in cuoio delle sedie con braccioli recuperate tra gli arredi del Palazzaccio.
Vietti (Csm): orgogliosi delle toghe, ma no a protagonismi (Radiocor)
Ad assistere alla relazione, al termine della quale il I° presidente dichiara aperto il nuovo anno giudiziario, ci sono anche il vicepresidente del Csm, Michele Vietti che nel suo intervento esalta ruolo e importanze delle toghe - “Siamo orgogliosi di loro, del loro impegno e della loro qualità che ci sono invidiati in tutta Europa” - esprimendo “riconoscenza” alla categoria “in questo giorno che é un pò la loro festa”. Nelle sue parole non manca comunque un accenno critico al protagonismo di alcuni colleghi: “Alla giustizia non servono solisti, i cui virtuosismi rischiano di non ottenere l’applauso cercato per via delle “stecche impreviste”“, dice nel corso della cerimonia. Il giudice, aggiunge Vietti, “non deve perdere il “filo di Arianna” della professionalità che, sola, può dargli l’autorevolezza necessaria all’esercizio della sua delicata funzione evitando di farlo smarrire nella ricerca di un’improbabile legittimazione alternativa che passi dal consenso o di farlo illudere di poter spiccare un volo senza responsabilità che, portandolo troppo vicino al sole, lo perda nella tentazione dell’autoreferenzialità”.
Cancellieri: scontro politico freno a riforme, bene Governo su emergenza carcere (Radiocor)
Due, invece, i temi principali toccati dal Guardasigilli Annamaria Cancellieri, in linea con la sua relazione alle Camere sulla gistizia italiana di martedì scorso: il ritardo delle riforme, dovuto allo “scontro politico e istituzionale che va avanti ormai da tempo” e che “ha contribuito a rallentare il percorso riformatore di cui il paese ha urgente bisogno”, e gli sforzi del Governo per ridurre il sovraffollamento in cella. Su questo fronte, il ministro della Giustizia definisce “significativi” i risultati ottenuti con le misure messe a punto in materia: “Le presenze in carcere alla data del 21 gennaio - ha detto - sono 61.619, a fronte delle quasi 70 mila raggiunte nel 2010, mentre i detenuti in custodia cautelare sono circa 7mila in meno rispetto a tre anni fa”.
Presidente Cassazione: non c’è altra via che indulto (Tm News)
“In attesa di riforme si deve adottare un rimedio straordinario”. Per il primo presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce, per superare il problema del sovraffollamento carcerario, in attesa di riforme di sistema, “non c’è altra via che l’indulto”.
Il presidente della Cassazione, nella relazione sull’amministrazione della giustizia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha sottolineato che la custodia cautelare è “da utilizzare entro i confini più ridotti possibili”, come estrema ratio. Dopo aver ricordato il messaggio solenne di Napolitano alle Camere sul tema del sovraffollamento carcerario, Santacroce ha spiegato: “In attesa di riforme di sistema ( oltre quelle contenute nel decreto del dicembre scorso, che anticipano con piccoli passi e prudenti iniziative un’organica revisione della normativa in questa materia), dovrebbe adottarsi un rimedio straordinario che consenta di ridurre con immediatezza il numero dei detenuti”. Quindi “per ottenere questo risultato non c’è altra via che l’indulto”, e - ha ricordato Santacroce - “l’indulto non libera chi merita di essere liberato, ma scarcera chi non merita di stare in carcere ed essere trattato in modo inumano e degradante, reagendo temporaneamente ed efficacemente al problema del sovraffollamento”. Santacroce ha sottolineato che “il sistema ha bisogno di una serie articolata di riforme, alcune delle quali sono già intervenute come i tanti auspicati tagli e accorpamenti degli uffici giudiziari”. Santacroce ha aggiunto che sia al ministro Severino che sia al ministro Cancellieri “va riconosciuto il merito di aver mostrato fermezza, mantenendo la barra del cambiamento”.
Consenso arriva anche da Santacroce al decreto del fare che “ha rafforzato le risorse umane degli uffici giudiziari” con i giudici ausiliari in Corte d’appelli e gli assistenti di studio in Cassazione e ha reintrodotto la mediazione come strumento di deflazione del contenzioso civile, istituto che “possiede le potenzialità per contenere la dispersione delle energie processuali”. Per il presidente della Cassazione “al di là di qualche riserva su talune soluzioni”, meritano anche consenso “le proposte formulate dalle Commissioni istituite presso il ministero della Giustizia per dare, attraverso la previsione di nuove misure organizzative normative, vitalità ed efficacia al processo civile, per arginare l’arretrato e snellire l’itinerario della definizione dei giudizi, e sul versante penale, le proposte intese a restringere l’area delle sanzioni detentive e a contenere il ricorso alla custodia cautelare, acquisendo una maggiore consapevolezza critica della sua funzione di estrema ratio, da utilizzare entro i confini più ridotti possibili”.
Ucpi: Santacroce coraggioso su indulto (Ansa)
“Il presidente della Cassazione ha dato un’indicazione pragmatica, onesta e coraggiosa sulla necessità di un indulto per fronteggiare l’emergenza delle carceri”. Lo sottolinea il presidente dell’Unione delle camere penali, Valerio Spigarelli, che considera questo uno degli spunti più “interessanti” della relazione di Giorgio Santacroce. “È certamente positivo anche il richiamo di Santacroce - evidenzia ancora Spigarelli - alla necessità di utilizzare nei confini più ridotti possibili la custodia cautelare. Ed è ancora positivo che ricordi che tra le inadempienze dell’Italia nei confronti dell’Europa ci sia oltre alla situazione carceraria anche la mancata introduzione del reato di tortura”. Il leader dei penalisti non ha dubbi: “vanno fatte le riforme strutturali sul sistema penale e sulla custodia cautelare; ma per adeguarci alla sentenza Torreggiani serve un provvedimento di clemenza”. Quanto alla necessità sostenuta da Santacroce di riformare la prescrizione, Spigarelli avverte che “bisogna incidere sulle cause per cui i reati si prescrivono e queste sono dovute alle inefficienze dell’apparato giudiziario”. Tra gli aspetti positivi della relazione di Santacroce c’è anche il leader dei penalisti il “richiamo a un esercizio autocritico da parte della magistratura e al dovere di umiltà”.
Carceri: Pg Cassazione, sconti pena non sono scelte sagge (Ansa)
Urgono più penitenziari. Difficilmente si supera esame di maggio. “È dubbio” che l’Italia, in assenza di “ulteriori tempestivi interventi” possa mettersi in regola, per la scadenza di maggio fissata dalla Corte Ue per risolvere l’emergenza carceri. Lo sottolinea il Procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani nella sua relazione per l’anno giudiziario pur non pronunciando mai la parola indulto. Ciani rileva che “non è sugli sconti di pena in corso di esecuzione che si realizza una saggia politica di deflazione carceraria”, e che con “un contesto di criminalità che permane a livelli preoccupanti” è “imprescindibile una seria programmazione di edilizia carceraria” insieme a misure che rendano “più civile e umana” la vita dei detenuti.
Cancellieri: Massimo sforzo per migliorare vita detenuti (La Presse)
“È massimo lo sforzo per migliorare la quotidianità della vita all’interno dei penitenziari”. Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri nella relazione in apertura dell’anno giudiziario. “L’ambizione - ha aggiunto - è quella di non limitarsi ad una mera esecuzione burocratica della sentenza di Strasburgo ma di cogliere questa occasione per avviare una profonda revisione del modello di detenzione”. “Il quadro - ha sottolineato la Guardasigilli - è complesso, ma si registrano alcuni significativi risultati sia sul piano della riduzione complessiva dei detenuti, sia su quello relativo al numero delle persone in custodia cautelare”.
Ciani: per carceri servono riforme strutturali (Agi)
La situazione delle nostre carceri resta “critica: i provvedimenti adottati da governo e Parlamento rappresentano un primo tentativo di uniformare il sistema nazionale alle situazioni sovranazionali, ma il cammino è ancora lungo”. Ad affermarlo è il pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, secondo cui “occorrono riforme strutturali non disgiunte da quelle in corso di realizzazione”. In particolare, “occorre una seria programmazione di edilizia carceraria che consenta condizioni di vita rispettose della dignità umana e ponga i presupposti per realizzare il principio costituzionale della rieducazione del condannato”.
Anno giudiziario: Anm, indulto è intervento emergenziale (Ansa)
Senza amnistia non risolve problema pendenze processi. “Noi non ci siamo mai opposti all’indulto, ma sottolineiamo la necessità di riforme strutturali mentre l’indulto è un intervento emergenziale”. Lo dice il presidente dell’Anm, dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Sabelli, a proposito dell’apertura sull’indulto del primo presidente della Cassazione. “La storia recente dimostra peraltro che l’indulto non ha mai risolto a lungo il problema delle carceri - aggiunge Sabelli - e comunque un indulto senza amnistia non risolve la questione delle pendenze dei processi”.
Leva (Pd): bene Santacroce, ora da parlamento a provvedimento clemenza (Il Velino)
“Le parole di Santacroce devono indurre il Parlamento ad una riflessione sulla necessità di un provvedimento straordinario di clemenza per affrontare il tema del sovraffollamento carcerario. Siamo impegnati in un processo di riforme strutturali che incideranno sul sistema della pena ma rischiano di non essere sufficienti allo stato dell’arte ad adeguare i nostri sistemi penitenziari alle indicazioni della sentenza Torreggiani. Le forze politiche non facciano cadere nel vuoto il messaggio del Capo dello Stato”. Così il deputato Pd Danilo Leva (commissione Giustizia) .
Manconi: Santacroce ha ragione. Serve indulto (Agi)
“Ha ragione il primo presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce: in attesa di riforme di sistema non c’è altra via che l’indulto per ridurre subito il numero dei detenuti, scarcerando chi non merita di stare in carcere ed essere trattato in modo inumano e degradante”. È quanto afferma il senatore del Partito Democratico, Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani a Palazzo Madama. “Questa autorevole voce si aggiunge a quelle del presidente della Repubblica, del ministro della Giustizia, dei Radicali e di tanti autorevoli e saggi giuristi. Il 27 maggio, scadenza del tempo concesso dall’Europa all’Italia perché il nostro sistema penitenziario rientri nella legalità si avvicina. Il Parlamento faccia quel che deve”, ha aggiunto.
Cancellieri, no a mera esecuzione sentenza Strasburgo (Ansa)
Sulle carceri “l’ambizione è quella di non limitarsi a una mera esecuzione burocratica della sentenza di Strasburgo” che ha condannato l’Italia per il sovraffollamento carcerario, “ma di cogliere questa occasione per avviare una profonda revisione del modello di detenzione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, ricordando che il recente decreto carceri sta dando effetti: “le presenze in carcere al 21 gennaio sono scese a 61.619” circa 7.000 in meno di tre anni fa.
Vietti: indulto non è unica strada (La Presse)
“Certamente il Parlamento dovrà riflettere sull’indulto, ma non credo che sia l’unica strada da percorrere. Abbiamo una legislazione penale carcero-centrica, bisogna mettere mano a pene alternative al carcere”. Così il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione.