
17/11/10
Lab il socialista
La signora Clio Napolitano, moglie del presidente della Repubblica, ha firmato, insieme ad altre quattro first lady, ministri e premi Nobel di 42 Paesi, un appello per chiedere all’Assemblea generale dell’Onu di adottare una risoluzione per la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili nel mondo.
L’appello, pubblicato sull’Inernational Herald Tribune, chiede inoltre ai governi e alle organizzazioni internazionali di promuovere l’adozione della risoluzione, e invita i cittadini di tutto il mondo di sostenere l’iniziativa con una firma sul sito www.banfgm.org [3].
Questo il testo dell’appello: "Noi, firmatari di questo appello, attivisti dei diritti umani, cittadini di ogni parte del mondo, uniti, dopo anni di lotta affinché le mutilazioni genitali femminili vengano riconosciute e condannate come violazione del diritto umano all’integrita’ fisica, e consapevoli che una messa al bando da parte delle Nazioni Unite darà forza e slancio rinnovati agli sforzi ancora necessari per metter fine a tali pratiche in tutto il mondo, chiediamo alla 651 Assemblea Generale delle Nazioni Unite di adottare una Risoluzione che metta al bando le mutilazioni genitali femminili in tutto il mondo; chiediamo a tutti i governi, a tutte le organizzazioni internazionali e regionali di sostenere e promuovere l’adozione di tale Risoluzione entro il 2010; invitiamo tutti i cittadini del mondo a sostenere questa iniziativa e a firmare l’appello per porre fine a questa diffusa e sistematica forma di violenza perpetrata contro le donne e le ragazze, in violazione del loro fondamentale diritto all’integrità fisica e personale".
Tra i firmatari, ci sono tra gli altri i premi Nobel Desmond Tutu, Nadine Gordimer, Shirin Ebadi, Martii Ahttisaari e Rita Levi Montalcini. Tra gli italiani, hanno aderito anche la vicepresidente del Senato, Emma Bonino, il leader radicale Marco Pannella e l’ex premier Giuliano Amato. L’iniziativa è promossa dall’associazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia (Npsg, il Comitato Inter-Africano sulle pratiche tradizionali che colpiscono la salute di donne e bambini (Ciao, la Rete europea per la prevenzione e l’eliminazione delle pratiche tradizionali dannose (Mgf Euronet) e l’Associazione senegalese "La Palabre".
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