
05/08/10
La Discussione
L'esordio ufficiale dei finiani di Futuro è Libertà per l'Italia in Aula a Montecitorio non è affidato a nessuno della triade Bocchino-Granata-Briguglio. A parlare per il Fli, infatti, è stato Benedetto Della Vedova che al vertice del neogruppo ricopre il ruolo di presidente vicario con Italo Bocchino presidente e Giorgio Conte vice. «Non sussistono presupposti per chiedere le dimissioni di Caliendo, ma non può essere giudicato irrilevante che il sottosegretario alla Giustizia sia sotto inchiesta. Forse la cosa migliore sarebbe la sospensione delle sue deleghe» ha detto Della Vedova annunciando l'astensione del gruppo sulla mozione di sfiducia contro Caliendo. «Siamo garantisti senza se e senza ma. Lo siamo per quelle migliaia di persone in carcere in condizioni incivili in attesa di un processo. E lo siamo anche per i politici che di fronte a indagini non sono più o meno innocenti dei comuni cittadini. Il perimetro responsabilità penale non coincide con responsabilità politica. Nessun politico può essere difeso a prescindere solo perché indagato. La presunzione di innocenza non è impunità politica. L'avviso di garanzia non deve far scattare la tagliola, ma è un errore pensare che un politico debba necessariamente aspettare la condanna giudiziaria per dimettersi. Soprattutto in questi tempi la politica dia un'immagine di trasparenza, di correttezza, di selezione della classe dirigente. Senza moralismo dobbiamo dire forte e chiaro che la questione etica pubblica ci riguarda tutti». Della Vedova, infine, ha parlato di Scajola che «ha fatto bene a dimettersi» senza nemmeno aver ricevuto un avviso di garanzia.
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