
"Il carcere di Poggioreale sta scoppiando". Questa la preoccupazione di Luigi Mazzotta, segretario dell'associazione radicale "Per la Grande Napoli" dopo la visita ispettiva tenuta ieri mattina al carcere cittadino insieme ai consiglieri della Regione Campania Donato Pica del Partito Democratico e Dario Barbirotti dell'Italia dei Valori. Hanno partecipato alla visita anche Luigi Mazzotta, segretario dell'associazione radicale "per la Grande Napoli", Emilio Martucci del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani e Donato Salzano, segretario associazione radicale "Maurizio Provenza" di Salerno. Le condizioni riscontrate durante la visita sono ai limiti della decenza. A fronte di una capienza legale di 1.530 detenuti sono ristrette in condizioni inumane 2.640 persone, stipate in celle che arrivano a contenere fino a 11 detenuti, condizioni che sono peggiorate nell'ultimo periodo a causa dei lavori di ristrutturazione del padiglione Genova, i cui 111 detenuti sono stati smistati negli altri padiglioni, andando così ad affollare maggiormente le celle. La visita ha riguardato i padiglioni Milano, Roma, Napoli e Livorno, trovandovi strutture fatiscenti dove il sovraffollamento rende impossibili le condizioni di vita dei reclusi e della stessa Polizia Penitenziaria. All'esubero dei detenuti corrisponde un organico sottostimato di poliziotti, gli agenti in servizio sono solo 750 rispetto ad una pianta organica di 950. «Essere ristretti in queste condizioni significa vivere una condizione di tortura sistematica - conclude Mazzotta - Continuiamo a ribadire che solo l'amnistia può interrompere la flagranza di reato rispetto alle leggi nazionali ed internazionali». Dello stesso parere anche i consiglieri regionali. Abbiamo avuto la conferma di una condizione generale che già conoscevamo - spiega Donato Pica - Ci sono segni evidenti di vetustà e condizioni igieniche che non consentono di raggiungere nemmeno i livelli minimi di sicurezza». Emilio Martucci, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani ha sottolineato che «Entrare nel carcere di Poggioreale è traumatico anche per chi lo fa per una semplice visita ispettiva. Drammatica è l'emergenza sanitaria. La sala operatoria è ancora chiusa dopo due anni di lavori di ristrutturazione, rendendo necessario, anche per banali interventi, il trasferimento in strutture ospedaliere». Va sottolineato poi che, grazie alla legge Fini-Giovanardi, il 30% dei detenuti è tossicodipendente sotto trattamento metadonico e viene assistito da soli 2 medici e 1 infermiere». Nei giorni scorsi, un'altra visita ispettiva, ha rilevato condizioni simili anche nel carcere femminile di Pozzuoli, dove è stato riscontrato un sovraffollamento angosciante, a fronte di una capienza di 82 persone ce ne sono 202. Questo Istituto non è in grado di accogliere detenute madri e c'è una media di 10 detenute per cella.
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