
Con “Sigillo” nasce la prima agenzia nazionale di coordinamento dell’imprenditorialità delle donne detenute e un nuovo modello di economia sostenibile. Obiettivo dell’agenzia, prima nel suo genere in Italia e in Europa, è quello di curare le strategie di prodotto, comunicazione e posizionamento sul mercato di quanto realizzato dalle donne detenute nei laboratori sartoriali avviati in alcuni dei più affollati istituti penitenziari italiani.
Il progetto e il marchio - approvato dalla Cassa delle Ammende del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del ministero della Giustizia - saranno presentati l’8 maggio presso il Museo Criminologico di Roma. Attorno alle cooperative sociali protagoniste del progetto, i rappresentanti del “socially made in Italy”, di quell’eccellenza italiana che sa abbinare alla massima qualità di tessuti, stile e prodotto, l’attenzione al bene comune dentro e fuori le mura delle proprie aziende. È questa la produttività di cui Sigillo vuole essere l’emblema.
Il marchio “Sigillo” sui lavori sartoriali confezionati nelle carceri italiane Le “best practice” invitate al tavolo indetto dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, forse per la prima volta, sono realtà del mondo profit. Un segnale di disponibilità e di volontà di iniziare nuove forme di dialogo tra un mondo, quello carcerario, che ha mani e tempo da spendere in attività lavorative, e le eccellenze dell’imprenditorialità italiana, capaci di innovare il modo di essere prima e il modo di fare poi. Saranno dunque presenti - oltre ai responsabili del progetto e alle autorità - Silvia Fendi, presidente AltaRoma; Santo Versace, presidente Fondatore Altagamma; Aldo Cibic, CibicWorkshop; Andrea Fora, vice presidente Federsolidarietà - Confcooperative e Francesca Claprini, di Banca Prossima. Coordina i lavori la giornalista Anna Fiorino. [3]
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