
Il caso Battisti resta per l'Italia una ferita aperta, anzi di più, «una lesione profonda». Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna a dolersi della mancata estradizione dal Brasile del terrorista italiano condannato per omicidio e banda armata, e l'occasione per far tornare a sentire la sua voce sulla vicenda è una lettera di ringraziamento scritta all'ex giudice istruttore di Milano, Giuliano Turone, autore di un libro sul caso Battisti, appena edito.
Il capo dello Stato, che già a maggio aveva definito «incomprensibile» la decisione del Tribunale Supremo del Brasile e manifestato la sua apprensione per una sentenza «lesiva» sia degli accordi tra i due Paesi, sia delle «ragioni della lotta al terrorismo», con una lettera a 'La Stampa' ha ringraziato l'autore del libro. Nella lettera Napolitano ribadisce di aver «sempre promosso e sostenuto ogni iniziativa per ottenere dal Brasile la consegna di Battisti all'Italia e deplorato la decisione, a noi contraria, del Supremo Tribunale Federale». Soprattutto, sottolinea il Presidente della Repubblica, «l'esito negativo della procedura ha un significato profondamente lesivo del rispetto dovuto agli accordi sottoscritti e alle ragioni della lotta contro il terrorismo e per la difesa nel suo ordinamento costituzionale, che l'Italia ha condotto nella piena osservanza delle regole dì uno Stato di diritto». Ma quello che a Napolitano preme constatare è la frustrazione per il fatto che l'Italia non sia riuscita a trasmettere all'estero il gravoso impegno con cui il Paese, tutto, si è adoperato per combattere il terrorismo. «Sono ancora convinto, come già dissi nel gennaio 2011, che non siamo riusciti - istituzioni, politica, cultura ed espressioni civili - a far comprendere cosa abbia significato per noi la vicenda del terrorismo». E, rimarca Napolitano, «quale forza straordinaria sia servita per batterlo».
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