
Giorgio Napolitano invita a tenere alta la guardia rispetto alla crisi economica, a restare uniti per affrontare con «coesione»; e con il «confronto costruttivo» i problemi del paese, a cominciare da quelli della giustizia e delle carceri per le quali ha lanciato un nuovo allarme che ha indotto il governo a mettere in cantiere misure tampone, diverse dall'indulto e dall'amnistia. Attraversiamo, ha ammonito il capo dello Stato, «un momento particolarmente difficile e complesso», dobbiamo trasformarlo in una occasione, in una opportunità di crescita e di rinnovamento.
Dopo i temi dell'immigrazione e della cittadinanza, che riguardano la competenza quasi esclusiva del Parlamento, Napolitano ha messo in evidenza nuovi problemi che languono e ha chiesto al governo dì affrontarli senza indugio, approfittando del nuovo clima, di minore contrapposizione, che si respira nei rapporti politici e parlamentari da quando è nato il governo Monti. Forte è stato. l'allarme di Napolitano sul sovraffollamento delle carceri, raccogliendo fra l'altro gli appelli di Marco Pannella. Non c'è più tempo da perdere, ha detto, perché «troppo spesso» la condizione dei detenuti «appare distante dal dettato costituzionale» che prevede una «funzione rieducativa della pena e il rispetto dei diritti e della dignità delle persone». Il vice presidente del Csm, Michele Vietti, a sua volta ha chiesto «misure straordinarie». Dopo un colloquio del ministro della Giustizia, Paola Severino, con Napolitano al Quirinale, si è appreso che sono allo studio non meglio definite misure tampone; si esclude il ricorso all'indulto e all'amnistia.
Il presidente della Repubblica ha anche affrontato i temi della giustizia. Al Csm, ha chiesto di affrontare i «complessi e urgenti problemi con impegno e indipendenza di giudizio» e promuovendo il «confronto costruttivo» fra tutti gli operatori. Lo chiedo da tempo con la convinzione che, ha detto, senza confronto non si possono recuperare né efficienza né il «limpido e razionale funzionamento del sistema giustizia « che è il vero obbiettivo.- Napolitano ha messo l'accento sul ruolo, sulle funzioni e sul comportamento dei giudici cogliendo l'occasione della nascita della tanto discussa Scuola Superiore della Magistratura per dire che la formazione del giudice e del pm non può essere solo nozionistica, «deve invece principalmente servire a far maturare nei magistrati una progressiva consapevolezza del ruolo e della fisionomia costituzionale del ruolo che esercitano». La formazione, ha sottolineato, ha un compito di «cruciale importanza»: quello di trasmettere a giudici e pm «un valido codice deontologico» per affermare «il necessario rigore nel costume e dei comportamenti dei magistrati».
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