
Nei giorni tesi della manovra, le parole del cardinale Angelo Bagnasco che stigmatizzavano la gravità dell`evasione fiscale sono state prese a pretesto dal segretario radicale Mario Staderini per rilanciare una polemica non di oggi, e indicare la chiesa italiana come "grande evasore" che sottrarrebbe allo stato tre miliardi di euro all`anno. Facendo confusione tra chiesa italiana e Vaticano, mettendo nel mucchio le entrate dell`8 per mille, che rappresentano la volontà personale dei contribuenti, e negando ogni valore alle attività assistenziali e ricreative legate alla chiesa si può fare un`accusa - confusionaria e infondata ma speciosa - come questa, Ma occorre distinguere. L`esenzione dell`Ici riguarda tutte le attività non commerciali di valore sociale, anche quelle laiche. E lo sconto del 50 per cento sull`Ires si applica ai
soggetti no profit, anche qui non solo a quelli di ispirazione cattolica. E` significativo che esponenti cattolici del Pd, come Rosy Bindi a Pierluigi Castagnetti, abbiano respinto al mittente la polemica, precisando proprio questi punti, mentre Pier Luigi Bersani se la cava chiedendo una generica applicazione dell`Ici agli "Immobili commerciali". Se però esistono iniziative economiche che si avvalgono del mantello religioso per sfuggire al fisco, è interesse prima di tutto della chiesa escluderle dalla sua protezione. Un`operazione trasparenza anche in questo settore, e in questo momento, sarebbe in totale sintonia con la volontà enunciata più volte dal presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, che Benedetto XVI ha chiamato proprio per impostare una volta per tutte criteri di correttezza nelle faccende economiche della chiesa.
© 2011 Il Foglio. Tutti i diritti riservati