
Si apre oggi pomeriggio la pagina più importante della vita amministrativa e istituzionale di Roma Capitale. Con la relazione del presidente della commissione Affari istituzionali, Francesco Smedile, l’Assemblea capitolina apre il dibattito sul nuovo Statuto da approvare entro il 10 marzo. Quote rosa, status dei consiglieri, rapporto tra giunta e Aula Giulio Cesare, accorpamento dei Municipi sono i punti cardine della nuova «Costituzione» di Roma Capitale. La proposta, elaborata e approvata in Commissione, deve essere approvata per legge per due votazioni con un intervallo tra una e l’altra di minimo 48 ore. L’obbligo della maggioranza dei due terzi è prevista solo per la prima votazione. Ma cosa cambia davvero? Se non tutto, molto. Per i cittadini il primo segnale arriverà praticamente subito con il «taglio» di quattro municipi. Spariranno infatti dalla cartina di Roma il Municipio XVII (Prati-Trionfale) che verrà accorpato al I Municipio, insieme ad una parte del IX (San Giovanni) in modo tale da costituire un’unica «city» del centro storico. Via anche il III che si unirà al II e il VI al VII. Entro trenta giorni i parlamentini si dovranno dare un nome per tentare almeno di eliminare i numeri romani che creeranno non pochi problemi in termini di modulistica e, non da meno, alle prossime imminenti elezioni di fine maggio. Il vero nodo da sciogliere, e che potrebbe riservare clamorose sorprese, è tuttavia il futuro del IX Municipio. La proposta oggi in Aula prevede che, oltre alla parte di San Giovanni che si unirà al centro storico, il piccolo territorio che comprende una parte dell’Appia Nuova, una parte della via Tuscolana e una parte del parco dell’Appia Antica, venga "inglobato" con il X Municipio, che sconfina oltre Cinecittà. Una soluzione questa che alla vigilia del dibattito in Aula però vede il Pd completamente diviso. In una nota congiunta i consiglieri Athos de Luca, Monica Cirinnà, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Alfredo Ferrari, Gianfranco Zambelli, Mirko Coratti, hanno infatti dichiarato di ritenere «sbagliato sconvolgere i territori municipali a poche settimane dal voto (con lo smembramento di alcuni municipi come nel caso del IX municipio). Con serie difficoltà organizzative, con disorientamento degli elettori. L’unica cosa saggia da fare è rinviare il nuovo assetto dei municipi alla istituzione dell’area metropolitana». Non ci sta però il capogruppo del Pd capitolino, Umberto Marroni che, sempre a mezzo stampa, fa sapere ai suoi: «Capisco la preoccupazione in merito alla discussione sulla divisione del IX Municipio. Ma invito i colleghi a non anteporre logiche corporative rispetto alla riforma di Roma Capitale. Inoltre la linea del Pd è stata ribadita più volte in merito alla necessità di evitare il ricorso al Prefetto che rappresenterebbe una sconfitta di tutta l’Aula Giulio Cesare». Una parte del Pd vorrebbe infatti che il IX Municipio venisse accorpato all’XI (Ostiense-Ardeatina). Un accorpamento demograficamente più logico, e che vedrebbe anche l’appoggio dell’Udc, ma soprattutto politicamente importante: la guida dell’XI, da anni in mano a Sel, potrebbe passare al Pd. Un dettaglio questo da non discutere in Aula ma in ben altre stanze.
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