
25/03/11
Avvenire
La maggioranza approva la sua risoluzione "in salsa leghista" sulla Libia sudando freddo (appena tre voti sopra il quorum a causa delle assenze, con reazione irritata di Berlusconi). E nonostante Pd, Nuovo polo e Idv non ricambino il favore, il testo unico delle opposizioni (un copiaincolla del dispositivo votato all'unanimità dalle commissioni la scorsa settimana) passa con ampio margine, grazie al sostegno in extremis proprio di Pdl e Lega. Tra mille salti mortali la Camera restituisce una parvenza di unità politica alla missione italiana in Libia. Ed evita almeno in parte quanto accaduto mercoledì sera al Senato: cinque diverse risoluzioni (una di maggioranza e quattro di opposizione), ciascuno che si vota la sua e due, quella Pdl-Lega-responsabili e quella Pd, che passano solo perché l'altra parte rinuncia ad esprimersi. Non è abbastanza però per spegnere le polemiche. Il fatto che la maggioranza abbia approvato «per senso di responsabilità» il testo delle opposizioni, e che non sia avvenuto altrettanto, fa infuriare il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Non ce lo aspettavamo, hanno giocato sporco, pensavano che non avevamo i voti. Hanno sbagliato i conti, come sempre, ma noi ne usciamo rafforzati». Del tutto opposta la lettura del capogruppo democratico Dario Franceschini: «Loro dividono il Parlamento mettendo insieme scelte internazionali e immigrazione, noi invece lo uniamo».
A indicare la strada di una maggiore convergenza era stato nelle sue comunicazioni all'Aula il ministro degli Esteri Franco Frattini. Ma al momento delle dichiarazioni di voto il Pd è netto: «Voteremo no al vostro testo - dice Franceschini all'altra parte dell'emiciclo -, avete fatto un pasticcio per i diktat della Lega». Si va alla conta, e Pdl-Lega-responsabili racimolano 300 voti, appena 3 più della maggioranza richiesta. I "no" arrivano a 293, 2 gli astenuti. Da Bruxelles il premier tuona contro gli assenti: «Non è un bel segnale» è tra le frasi più gentili che regala ai suoi. Si teme che le milleuna vicende del rimpasto creino frizioni interne al partito, anche se al momento tutto viene ridotto alla «leggerezza» e all'«irresponsabilità» dei singoli. All'appello mancano, infatti, oltre ad una decina di esponenti del governo, almeno nove deputati Pdl e un paio di "responsabili". Sono gli assenti delle opposizioni a salvare il governo. Al contrario, i capigruppo Pdl e Lega, Cicchitto e Reguzzoni, annunciano il voto favorevole alla risoluzione Pd, che infatti incassa il si di 547 deputati (10 contrari, 29 astenuti).
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