
La Russia è pronta a inviare osservatori militari in Siria, per assicurare la sicurezza nelle operazioni in vista dello smantellamento dell’arsenale chimico. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, aggiungendo che Mosca non sta tuttavia valutando di inviare un intero contingente. Lavrov ha spiegato che la Russia ha proposto ci sia una presenza internazionale sul perimetro di tutte le aree in cui gli esperti di armi chimiche lavoreranno in Siria. «Siamo pronti a condividere i nostri soldati e polizia militare per partecipare a queste forze», ma «mi pare che osservatori militari saranno sufficienti», ha detto Lavrov. Il piano russo non ha ancora ricevuto il via libera del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il dossier siriano sarà dibattuto anche l’assemblea generale dell’Onu che si apre oggi.
Ieri per la prima volta, l’opposizione siriana si è detta pronta a partecipare alla conferenza di Ginevra - la cosiddetta Ginevra 2 - se quest’ultima servirà a dare il via a un governo di transizione con pieni poteri. Ad affermarlo è il presidente della Coalizione siriana (Cns), Ahmad Jarba, in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in cui invita «tutte le parti» a trovare un «accordo» preliminare su una soluzione del genere. Resta drammatica intanto la situazione sul terreno. Ieri un colpo di mortaio ha centrato l’edificio dell’ambasciata russa a Damasco, nel quartiere Mazraa, senza causare danni o vittime. Lo fa sapere l’agenzia di stampa di stato siriana Sana, citando una «fonte non identificata» all’ambasciata.
Le attività della sede diplomatica, ha riferito la fonte, continuano e non sono state interrotte. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato che il proiettile è esploso all’interno della sede diplomatica e che non c’è notizia di danni. Ha aggiunto che l’ambasciata in passato è stata obiettivo di tentati attacchi da parte dei ribelli, ma che questa è la prima volta che vie- ne colpita. Nello stesso quartiere si trovano le sedi di diverse istituzioni della sicurezza, uno stadio e locali notturni. Si moltiplicano intanto le brigate straniere a fianco dei jihadisti. Almeno 170 estremisti islamici sono arrivati in Siria dalla Germania. Lo ha dichiarato il capo dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, Hans-Georg Maassen.
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