
30/10/09
Il Mattino
I carabinieri lo fermano nella notte tra il 15 e il 16 ottobre a Roma con addosso venti granoni di droga. Il 22 mattina è cadavere sul tavolo dell`obitorio dell`Istituto di medicina legale, scavato oltre la sua naturale magrezza, col volto tumefatto. In mezzo, buio. Ed è luce che chiede la famiglia di Stefano Cucchi, il giovane di 31 anni «morto da solo», si commuove la sorella Ilaria, dopo una trafila attraverso i medici di Palazzo di Giustizia, quelli di Regina Coeli e dell`ospedale Fatebenefratelli e conclusa al «Pertini» senza che la famiglia potesse visitarlo neanche una volta - in quella settimana di buio. Ad accendere i riflettori il padre Giovanni e la sorella Ilaria, che con il supporto dell`avvocato Fabio Anselmo do stesso del caso Aldrovandi) hanno partecipato a una conferenza stampa indetta in Senato dal presidente di «A buon diritto» Luigi Manconi, a cui hanno partecipato anche numerosi parlamentari tra cui Emma Bonino, Rita Bernardini, Flavia Trina, Felice Casson e Renato Farina e l`assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri. Mostrate le foto del giovane, già sofferente di epilessia, sul tavolo autoptico. Un cadavere dal volto devastato, l`occhio destro rientrato, l` arcata sopraccigli are sinistra gonfia in modo abnorme, la mascella fatturata e la dentatura rovinata. «Immagini drammaticamente eloquenti ha detto Manconi - che danno l`idea del calvario passato da questo corpo». «L`atto di morte è stato acquisito dal pm - ha spiegato l`avvocato Anselmo - per cui non abbiamo in mano nulla, se non le foto scattate dall`agenzia funebre e un appunto del medico legale. Non sono stati riscontrati traumi lesivi, a quanto appare, che possono averne causato la morte. Si parla di ecchimosi e escoriazioni e sangue nella vescica, per cui è difficile sapere quando e come è morto». Intanto rispondendo a un`interrogazione di Roberto Giachetti (Pd), il ministro della giustizia Angelino Alfano ha detto d`aver disposto accertamenti sulla morte del giovane, affermando che il medico di Regina Coeli avrebbe «dato atto di quanto riferito dal detenuto, cioè di una caduta accidentale dalle scale». «Vedremo quale sarà il risultato dell`indagine. Noi avvieremo, quando sarà possibile, anche un`inchiesta amministrativa», ha detto il capo dell`amministrazione penitenziaria, Franco lonta.
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