
«Rischia la vita perché il Nord lo farà fuori». Umberto Bossi, a Piacenza risponde così alla domanda dei giornalisti sul futuro politico di Mario Monti. Se vuole andare oltre il 2013, spiega il leader leghista «rischia la vita perché il Nord lo farà fuori». Un messaggio da decifrare: metafora politica o vero e proprio avvertimento sull'incolumità fisica?
Il professore bocconiano al leader leghista non piace proprio. Un'avversione che ormai Bossi sembra nutrire anche nei confronti di Silvio Berlusconi. Quei due, il Senatur li vede lavorare insieme, tramare in coppia. Ai danni della Lega. Ancora peggio: dice che «uno gratta e l'altro tiene il palo». Insomma come il Gatto e la Volpe che portano via il denaro di Pinocchio. Il nuovo premier, per il leader leghista è proprio come il fumo negli occhi. Con tutti i suoi ministri. «Il governo Monti, dice, Bossi, è antifederalista, dà solo retta alle banche e all'Europa». Comunque il Senatur non si ferma all'inquilino di Palazzo Chigi. Se la prende anche con chi alla Camera dei deputati sta cercando di fare diventare legge dello Stato l'obbligo di studiare e cantare nelle scuole l'Inno di Mameli.Almeno su questo Bossi si limita ad un augurio quasi intimo: «Spero che non lo cantino i miei figli».
Basta però poco per tornare ai toni truculenti. Del resto Bossi è a Piacenza per presentare il candidato sindaco della Lega Massimo Polledri. Bisogna prendere i voti, tenere alta la tensione fra i miitanti. E allora il Senatur riscopre il Sud e la mafia. Prende spunto dalla richiesta di Giuseppe Salvatore Riina, accolta da un tribunale di Palermo, di trasferirsi a Padova per lavorare in una ong.
«Adesso - attacca Bossi - il Nord sta riempiendosi di mafiosi in soggiorno obbligato; prima o dopo qualcuno si decide a impiccarli in pubblica piazza». E i leghisti del Veneto sono già sulle barricate: «È vero che i diritti individuali vanno preservati ma è altrettanto indubbio che una comunità deve tutelarsi con i mezzi che ha a disposizione», annunciano Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo, capo e vice capogruppo leghisti in Consiglio regionale. Per il momento non è prevista l'impiccagione, ma solo una mozione che chiede alla Giunta di Luca Zaia di dichiarare il «non benvenuto» a Riina junior.
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