
Per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, è ormai chiaro che Mario Monti farà da stampella al centro-sinistra. Per Pier Luigi Bersani, il Professore sta togliendo le castagne dal fuoco al centro-destra in Lombardia (l'Ohio italiano per l'aggiudicazione della maggioranza al Senato). «Dica contro chi combatte», è stata la chiosa del segretario del Pd.
A questo punto Monti, nel corso di un'intervista a Radio Monte Carlo, ha sfoderato un tridente: «Gabriele Albertini, Pietro Ichino e Mario Mauro» (questo è l'ordine preciso in cui li ha citati Monti lasciando intendere che l'ex sindaco di Milano sarà capolista).
Monti: ognuno faccia la propria corsa, poi si vedrà
Prima il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, poi lo stesso Bersani avevano voluto sottolineare la possibilità di collaborare dopo il voto con il Prof, forse per bloccare l'operazione Albertini in Lombardia. Ma Monti ha giudicato «prematuro» questo discorso perché «credo che nella campagna elettorale dobbiamo schierarci in modo pacato sui problemi, successivamente verranno le alleanze». A Bersani inoltre ha replicato: «Io non combatto contro l'uno o l'altro» perché politicamente parlando è «un approccio sbagliato». Al segretario Pd, comunque, ha voluto manifestare la propria stima e simpatia mentre un ben diverso atteggiamento ha voluto manifestare nei confronti delle accuse di Silvio Berlusconi: «Bisogna che si stabilizzi un po': un anno fa mi aveva proposto la guida moderati, poi mi ha fatto diventare il capo di un governo catastrofico, che fissasse un po' le idee».
Berlusconi resta sul doppio fronte: giudiziario e politico
Il Cavaliere conferma la propria presenza sul doppio fronte: giudiziario e politico. Dopo aver svelato che gli emolumenti per l'ex coniuge Veronica Lario sono il doppio di quanto riportato dai giornali (200mila euro al giorno, dunque) aveva sottolineato che la decisione era stata assunta da «tre giudici donna femministe e comuniste». Pronta la replica del tribunale di Milano in una nota: «Il presidente della corte d'appello e il presidente del tribunale di Milano intendono respingere con fermezza ogni insinuazione sulla non terzietà delle giudici del tribunale, componenti del collegio giudicante nella causa Bartolini-Berlusconi». ma a sorpresa si è fatto sentire anche l'ex sindaco di Milano Albertini, ossia colui che potrebbe essere l'ago della bilancia del voto al Senato, per evidenziare a Radio 24 che Anna Cattaneo, uno dei tre giudici in questione, la conosce bene perché è stata sua fidanzata e «non è né comunista, né femminista; anzi ha votato Pdl». Sul piano politico, invece, il Cav ieri si è caratterizzato per la proposta sul lavoro presentata a Porta a Porta. «Bisogna arrivare con qualcosa di eccezionale. Abbiamo quattro milioni di imprese in Italia, si potrebbe dire loro: se assumete anche una sola persona in più con un contratto a tempo indeterminato non pagherete per 3-4-5 anni né contributi previdenziali né tasse. È come assumere qualcuno in nero». Sul riconoscimento delle nozze gay da parte sua c'è «stato un voluto e sforzato fraintendimento da parte dei giornali». Che cosa aveva detto Berlusconi? «Ho ricordato che abbiamo presentato una legge sui diritti delle unioni di fatto, tutte le unioni, anche quelle fra fratello e sorella, parroco e perpetua».
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