
Hamas ha avvertito ieri con una videocassetta propagandistica “la società sionista” israeliana che il soldato Ghilad Shalit, dal giugno del 2006 nelle sue mani, non tornerà mai più libero se il governo israeliano non accetterà tutte le condizioni poste da questo movimento islamico al potere nella striscia di Gaza. Israele ha invece compiuto un gesto umanitario permettendo l’urgente trasbordo in un ospedale di Amman della figlia in coma del ministro dell’Interno nel governo di fatto di Hamas a Gaza, Fathi Hamad, nemico giurato dello stato ebraico.
In quella che sembra essere una trasparente mossa di guerra psicologica Hamas ha preparato un "corto" a disegni animati che si rivolge «alla società sionista e non ai suoi leader eletti, che non vedono altro al di fuori dei loro interessi personali e stanno perciò rinviando la conclusione di un accordo, ancora possibile, che restituisca Shalit alla sua famiglia in cambio di palestinesi detenuti (in Israele).
Hamas avverte pure che è sua intenzione in prigionia un gran numero di israeliani “tanto che il governo sionista sarà costretto a creare un ministero per i soldati sionisti in prigionia”. Nel filmato si vede Noam Shalit, il padre del soldato, invecchiato di una ventina d’anni mentre si dirige verso questo fittizio ministero con in mano una foto del figlio in prigionia. «Mi rattrista - ha risposto Noam Shalit - che Hamas usi la guerra psicologica invece di negoziare uno scambio di prigionieri».
Shalit, avverte Hamas, rischia di fare la stessa fine di Ron Arad, il navigatore di un aereo israeliano abbattuto in sud Libano nel 1986 e fatto prigioniero da una milizia sciita del quale da più di vent’anni si ignora la sorte. La mossa di Hamas giunge sulla scia di notizie dell’insuccesso di una nuova mediazione tedesca, all’inizio del mese, per finalizzare un accordo tra Israele e Hamas su uno scambio di prigionieri. Israele, a quanto risulta, è disposto a liberare circa un migliaio di palestinesi in cambio del soldato ma si rifiuta di rilasciare diverse decine di detenuti- sui quali Hamas invece insiste - responsabili dell’uccisione di molti israeliani.
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