
04/04/11
Corriere della Sera
L'emergenza sui migranti che approdano sulle coste italiane, il confronto politico interno, l'esigenza di uno smistamento equo, le discussioni che conseguono a tutto ciò rischiano di tenere in ombra, nella nostra coscienza, l'autentica e più profonda dimensione della catastrofe umana. Interi barconi dispersi di cui abbiamo notizie frammentarie e tardive. Una settantina di cadaveri trovati in fondo al mare, vite in fuga che diventeranno tanti «senza nome» sulle lapidi di chissà quale cimitero, come molti altri ignoti la cui morte è già incisa, priva di dati anagrafici, nei marmi di Lampedusa. E chi lo sa quante famiglie, quanti bambini, figli, madri e padri che nessuno osa reclamare ma che di sicuro qualcuno ha pianto, piange o piangerà. Se l'Italia, come ha affermato il premier Berlusconi, è davvero «un Paese solidale», dobbiamo tutti tenere ben presente l'enormità incommensurabile della tragedia. Magari ricordando che anche per gli sconosciuti (a noi) che partono per disperazione dalla loro terra esiste un fondamentale riconoscimento dei diritti umani. E che oltre alle trattative diplomatiche e le polemiche e le invettive e i dibattiti da talk show e le dichiarazioni di rigore e di opportunità (spesso meschine) e i propositi di respingimento senza-se-e-senza-ma e i vergognosi spettacolini parlamentari, esiste un livello minimo di pietà, solidarietà, compassione, carità (chiamatela come volete) sotto il quale anche il nostro cinismo da salotto non può (non deve) scendere. A meno che il nostro cinismo non ci faccia ritenere che esistano morti di serie A, morti di serie B, morti di serie C, D eccetera, lasciando nelle categorie più basse le vittime della povertà, della paura e delle guerre (non si può dire neanche lontane), quelle che hanno cercato scampo altrove e che sono state ripescate nel fondo del mare, indegne di emozione prima ancora che di commozione perché colpevoli di aver minacciato il nostro benessere. La pietà, ha scritto Sciascia, è un terribile sentimento: un uomo deve amare o odiare senza vie di mezzo? E sia. Allora i morti sconosciuti in fondo al mare ci costringono a scegliere.
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