
Se le normali puntate di Annozero in onda su Raidue sono arene dove scorre (...)il sangue (preferibilmente quello di centrodestra), "Raiperunanotte" è il Colosseo del santorismo sparato in
mondovisione su Sky, Repubblica tv, pagina web del Tg 3, una quarantina, di emittenti più o meno locali, siti internet a pioggia, maxischermi per le strade (ce n’è pure uno a piazza Navona), circoli, associazioni, varie ed eventuali. Il Paladozza di Bologna circa seimila posti - è tutto esaurito, tappezzato di manifesti del Fatto Quotidiano, del popolo viola, della tv di Al Gore "Current" e della. Federazione nazionale stampa italiana, il sindacato dei giornalisti che ha fornito a. Michele Santoro la copertura, perfetta per farsi beffe della par condicio e dell’esclusiva con la. Rai. Perché, pur se organizzato dalla squadra, di Annozero, questo circo massimo urlante («resistere, resistere, resistere», gracchia un gruppo di signore in sciarpa lilla da una tribuna) dovrebbe essere una manifestazione sindacale.
L’inizio della fiera è fissato per le nove. Intorno alle otto e mezza entrano i gladiatori: Marco Travaglio, Gad Lerner e Giovanni Floris fanno capolino nel campo di basket adibito a, studio. Applausi e grida. Poi arriva. Sandro Ruotolo, che spiega come e quando applaudire e introduce Franco Siddi, segretario della Fnsi. Il sindacalista è rauco, ma s’infiamma spiegando che «le notizie sono il pane buono del nostro tempo» (sparuti battiti di mani) e che «si può essere giornalisti con la schiena dritta» (applausi poco più sostenuti). Ci pensa. Roberto Natale, presidente della medesima Fnsi, a sollevare il primo grande boato del pubblico che brama il massacro mediatico: «La dirigenza Rai è vergognosa», sbraita e ribadisce che vergognosi sono pure il direttore generale della Rai Mauro Masi e Berlusconi per ciò che dicono nelle telefonate intercettate.
Alle nove, appare Benito Mussolini. Davvero, non scherziamo: si vede un video del Duce che aizza la piazza, in un’adunata oceanica. Appena dopo, giusto per sottolineare bene l’analogia, ecco il filmato della manifestazione del PdL a piazza San Giovanni, con Berlusconi che fa domande al pubblico sulla sinistra («Volete voi la sinistra che spalanca le porte agli immigrati?» ). La piazza del Popolo delle Libertà risponde in coro «No». Il Paladozza detona in un gioioso «Siii», ogni volta. Ed ecco l’imperatore. Alle nove in punto, luci basse, appare Michele. Silenzio di tomba. Santoro parte con un appello dipietresco al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Presidente, non siamo al fascismo», esordisce, «ma certe assonanze possono preoccupare». Paragona "Raiperunanotte" alle radio libere. Dice che a chiudere i talk show si fa violenza alla Costituzione e alla libertà di espressione. (Sospiri tra il pubblico). Dice che le intercettazioni sono importanti, che vanno pubblicate come in America. (Si odono applausi provenire dall’esterno, dove viene proiettata la diretta via maxischermo). Ripete che in questo Paese «non si può parlare dei processi a Berlusconi» e che va risolto il conflitto d’interesse. (Sguardi innamorati tra il pubblico). Il monologo si conclude battagliero: «Qui e in altre duecento piazze d’Italia riaccendiamo le luci perché ricominci Annozero». Nuova esplosione della folla, prolungata. Segue proiezione di altre immagini della manifestazione del PdL, coperte da fischi e risate (l’apice su Apicella che canta mentre La Russa accenna passi di danza).
Dopo il primo quarto d’ora, il popolo di Santoro è già in delirio. Eccolo, San Michele Arcangelo all’apoteosi, libero finalmente dai lacci imposti dalla decenza televisiva. Qui si possono sbandierare le intercettazioni e fare le docufiction. Qui si può dare sfogo alle passioni più sfrenate, mandare in onda il volto più sfrenato dell’antiberlusconismo: questo è Annozero quale vorrebbe essere ma non può sulle reti pubbliche. Tutto è amplificato, esasperato. Marco Travaglio non legge un solo editoriale, ma tre (argomenti: ancora intercettazioni, legittimo impedimento, caos liste). Non ci si accontenta del solo Vauro: si moltiplicano i comici: oltre al vignettista ci sono Cornacchione, Luttazzi, Elio e le storie tese che fanno il verso a Emanuele Filiberto e Pupo...
E poi i colpi di teatro: il dirigente Rai Loris Mazzetti - il quale si è beccato una sospensione per alcuni articoli critici verso l’azienda pubblicati sul Fatto Quotidiano - siede dietro una piccola parete di filo spinato (per spiegare che è un recluso).
Finalmente, Michele e i suoi compagni possono dire qualunque cosa, liberare definitivamente la creatività antiberlusconiana. Maurizio Belpietro, Niccolò Ghedini e Alessandro Sallusti possono essere quindi definiti (da Cornacchione), «i tre cavalieri dell’Apocalisse» che portano fame, pestilenza e malattie. La folla può dire che «vogliamo i processi in tivù». Il solo momento difficile è quando Cornacchione fa il verso alle domande del Cavaliere sulla sinistra: «Volete voi pagare più tasse?» e il pubblico parte con «Siii...», ma poi si rende conto e corregge: «Nooo». Se si esce appena un po’ dal seminato e si va oltre all’odio antiberlusconiano, la gente va in confusione.
Persino Giovanni Floris è più barricadero del solito, parla di un Paese decaduto, di un presidente del Consiglio rabbioso, si toglie la mascherina da moderato che veste solitamente a Ballarò. O, semplicemente, ne infila un’altra più adatta all’occasione.
E, su tutti, il Divo Santoro. Ammaestra tutti, concede e toglie la parola, gode degli applausi, spiega che lui ha, il «diritto, ma anche il dovere» di andare in televisione e «deve» essere ascoltato (sarà scritto nella Costituzione anche questo?). Il copione è il solito, certo. Sapevamo che cosa. Michele e gli altri pensassero davvero di Berlusconi e del centrodestra. Ora ne abbiamo le prove. Ricordiamocelo, quando tornerà in onda su Raidue
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