
27/09/10
Giorno/Resto/Nazione
Negli ultimi mesi Tiberio Timperi ha indossato un doppio abito: il vestito blu come garbato presentatore di 'Mattina in famiglia' su Raidue e l'eskimo slacciato come vigoroso paladino dei padri separati che reclamano di poter avere più contatti con i propri figli.
Come è cominciata la sua battaglia?
«Da una notizia sul giornale, in cui si diceva che i carabinieri mi avevano fermato sotto casa perché ero stato denunciato dalla mia ex moglie. Lavorando in Rai ed essendo un personaggio pubblico ho sentito la necessità di spiegare i fatti apertamente. Da quel momento ho dovuto raccontare il mio dolore di padre separato che ha difficoltà a vedere il proprio figlio. Covavo il mio disagio da molto tempo, ma per pudore, per via del mio lavoro, ho cercato a lungo di tenere separati i due ambiti. In tv facevo il personaggio sorridente, ma ero travolto dagli eventi. Il caso mi ha sorpreso, ma in seguito ho capito che forse non era stata una coincidenza. Ho capito che era l'occasione per portare il mio aiuto ai molti padri che soffrivano nelle mie stesse condizioni ma che, al contrario di me, non avevano la visibilità pubblica che poteva aiutarli nella loro battaglia».
Ha già riscontrato qualche effetto positivo?
«Dopo il mio 'outing' e quello del portiere Matteo Sereni del Brescia c'è stato un effetto 'booster', il bubbone e esploso. Ora bisogna che questo effetto entri nelle aule giudiziarie. Nel 95% dei casi il padre separato perde gli affetti e gli effetti, a cominciare dalla casa, in un quadro sociale completamente diverso da quello che conoscevano i nostri genitori, dove la donna non era tutelata. Oggi c'è un femminismo concavo e convesso: femministe fino al divorzio, dopo non più. Esistono le case per i padri separati, mentre case per le madri separate no: come mai? Ho conosciuto padri con l'affidamento condiviso in cui la figlia sta con la mamma in Brasile! Se riescono a vederla ogni quattro anni è tanto. Conosco storie di poliziotti costretti a dormire in caserma perché la casa è rimasta la moglie. A Roma il 75% dei pasti gratis della Caritas finisce a padri separati. La mia è una battaglia politica e sociale di altissimo profilo, al pari di quella del divorzio e dell'aborto. Con l'attuale legge, un figlio di genitori separati percepisce l'assegno di mantenimento fino a 18 anni».
Lei quanto paga?
«Tremiladuecento euro al mese. una cifra assurda. Come fa un bambino di 6 anni (io sono separato da quattro) come il mio ad aver bisogno di più di tremila euro al mese? Ho fatto i conti. Al massimo se ne possono spendere 800-1.000. Perché non si applica il dettato della legge sull'affido condiviso, dove si prevede il mantenimento diretto e cioè che il padre paghi direttamente le spese vive, senza che il denaro passi dalle mani della madre?».
Eppure al suo esordio la legge sull'affido condiviso è stata salutata come un progresso.
«Cambiano le parole. L'affido è condiviso, ma nel 95% dei casi il bambino è 'collocato' presso la madre. La legge sull'affido condiviso favorisce solo gli avvocati. Purtroppo una parte dei legali non tutti, per carità, incoraggia le proprie assistite a presentare false denunce ai danni dell'ex coniuge per influenzare la decisione del giudice. Io sono stato denunciato quattro volte per maltrattamenti su mio figlio, per percosse alla mia ex cognata, per in giurie alla mia ex moglie e per violenza privata. Tutte le denunce sono state archiviate con la motivazione 'non attendibilità del denunciante'. Il Consiglio nazionale forense dovrebbe procedere contro quegli avvocati che approfittano di queste situazioni dolorose per lucrare. È una via crucis in cui non soccombi solo se hai molti soldi. La legge, in sé e per sé, non è male, ma e inapplicabile. Se, come nel mio caso, la separazione non è consensuale ma giudiziale, non ha senso decidere poi per l'affido condiviso. È un ossimoro evidente!».
Quali sono allora i possibili rimedi?
«Innanzitutto bisognerebbe istituire un Tribunale che tratti solo ed esclusivamente il diritto di famiglia. Anche gli avvocati dovrebbero avere una specializzazione specifica. Poi renderei validi i patti prematrimoniali, in modo che i coniugi decidano in anticipo, prima ancora della loro nascita, dell'eventuale affidamento futuro dei figli in caso di separazione. C'è, a questo proposito, una sentenza della Cassazione che apre una porta. E ancora: l'effettiva applicazione del mantenimento diretto già previsto dalla legge. Purtroppo il mondo politico si occupa di altro, delle lettere di Veltroni o della casa di Montecarlo, e non di un problema sociale grave come questo. L'unica è stata Rita Bernardini del Pd: una donna! Ha presentato un'interrogazione in cui chiede proprio perché i giudici non applicano la legge» .
Qualche altra proposta?
«La legge va calata nella realtà. Oggi esistono le furbette del confettino che si sposano per avere una rendita vitalizia. Deve finire quest'era del buonismo. Oggi il genitore che impedisce al bambino di vedere l'ex coniuge rischia una multa di 103 euro! Sapete cosa succede in Olanda nella stessa situazione? Il genitore viene arrestato. E per me il genitore che presenta false denunce contro l'ex coniuge deve perdere immediatamente l'affido del figlio. Infine l'istituzione del divorzio non rapido, ma immediato. Si va dal giudice e in pochi minuti il matrimonio e finito. Prima si chiude e meno dolore c'è. Non si possono affollare le aule giudiziarie con separazioni che durano anche 10 anni».
Lei sostiene che davanti al giudice uomo e donna non partono alla pari, ma la donna è avvantaggiata, iperprotetta. Accade per un vecchio retaggio culturale, tipico di un Paese latino a largo maggioranza cattolica?
«I nostri papà non ci cambiavano il pannolino. Oggi le cose sono diverse. Soprattutto i giudici vanno avanti con la testa voltata all'indietro. Negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale delle separazioni, e questo provoca un disagio sociale molto ampio. Intendo portare avanti questa battaglia fino alle estreme conseguenze. Non mi vesto da Batman, ma mi prefiggo obiettivi concreti. Ai tanti padri disperati che mi scrivono e che minacciano gesti terribili dico: 'Vivete ogni momento con vostro figlio come se fosse l'ultimo, non fate follie, tenete duro, non è facile, ma ce la potete fare'».
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